Al centro la chef Stefania Grandinetti

La qualità del cibo, il modo in cui viene cucinato, il sapore, stanno alla base del buon mangiare. Ma non bastano, perché anche l’occhio vuole la sua parte. E qui scatta il valore aggiunto della presentazione, facendo dell’impiattamento un’arte, trasformando il pasto in un’esperienza sensoriale che stimola vista, gusto e olfatto, puntando su disposizione degli ingredienti, abbinamento dii colori e forme e scelta del piatto giusto. Regole importanti, perché un piatto sapientemente presentato attira l’attenzione, incuriosisce, valorizza ogni ingrediente.

LE LEZIONI – Stefania Grandinetti, cuoco contadino di Campagna Amica, ha tenuto lunedì 27 ottobre la prima di 3 lezioni (21 ore totali) del corso organizzato da Inipa Nord-Ovest a “Tenuta Vallone” di Conzano. Destinato agli operatori del settore agrituristico, presenta in chiave moderna i sapori tipici del territorio, come dice il titolo ‘Cucinare i piatti della tradizione e l’arte dell’impiattamento’.
LE PAROLE – Così Stefania Grandinetti: “Un piatto e la sua geometria attirano l’attenzione. La scelta inciderà notevolmente sulla presentazione della pietanza, perché colori e forme hanno diversi gradi di percezione, e anche le proporzioni sono fondamentali. Nel particolare, deve essere sempre ben chiaro quale sia l’ingrediente principale e quali quelli di contorno”.
LA MATEMATICA – Diventa importante per definire le proporzioni: i numeri dispari di ingredienti sono i migliori per l’equilibrio e l’impiattamento. E grande attenzione va dedicata alle decorazioni, alla sferificazione dei liquidi e alla creazione di schiuma alimentare.

PROSSIMI APPUNTAMENTI – 3 e 10 novembre a Conzano, alla “Tenuta Vallone”, con la docenza di Stefania Grandinetti, su “Cucinare i piatti della tradizione e l’arte dell’impiattamento”;
17 e 24 novembre all’agriturismo “L’Orto dei Nonni” a Cavatore, dedicati all’Arte Bianca, all’uso delle farine a km zero, a pane, pizza e altri prodotti da forno. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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