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Nel cuore di Copenaghen spicca una delle comunità alternative più note al Mondo: Christiania; utopica città libera che da decenni lotta per sopravvivere contro la volontà del Governo danese.

Tutto ebbe inizio nei turbolenti anni ’70; quando un’ intraprendente schiera di hippie e freak occupò una base navale abbandonata dando vita a quello che i media definirono “un interessante esperimento sociale”.

La vita all’ interno della Città Libera è vincolata da poche semplici regole: sono vietate le armi; la violenza e le droghe pesanti; le auto sono bandite e veniva posto il divieto d’ accesso alla polizia fino a qualche tempo fa; curiosamente sono vietati anche gli indumenti da biker: le gang di motociclisti violenti sono attualmente una piaga nei Paesi Scandinavi.

Christiania possiede un asilo; una sauna; una fabbrica di biciclette; e numerosi bar; ristoranti; teatri e perfino una radio; ovviamente libera; la città possiede inoltre un rudimentale Parlamento; il Common Meeting; sorto per rappresentare la comunità all’ esterno e per risolvere i problemi interni.

Attorno al 2000 la situazione precipita: le autorità danesi aumentano le pressioni per lo sgombero della Freetown; sostenendo che le uniche attività degli abitanti fossero il ritiro del sussidio di disoccupazione ed il commercio di cannabis; a questo attacco seguirono due fatti determinanti: la riforma dei sussidi e la perdita dello status di “comunità alternativa” costringendo gli occupanti ad un compromesso per la sopravvivenza.

Il 22 maggio 2011 gli abitanti trovarono un accordo con le Istituzioni elaborando un contratto di usufrutto del territorio per circa 10 milioni di Euro: in questo modo il quartiere poteva continuare ad essere autogestito; ma lo stile di vita è cambiato nel corso dei 40 anni d’ occupazione; ora molti lavorano fuori dalle mura e non partecipano attivamente alla vita comunitaria; oppure vivono in maniera parassitaria senza fornire alcun tipo di beneficio; vi sono inoltre simboliche tasse da pagare ( circa 160 Euro al mese) ed ora il concetto di proprietà privata è molto forte; contrariamente a quanto deciso negli anni 70: la società alternativa diventa sempre più simile a quella da cui voleva fuggire.

Gli ideali di condivisione e libertà sono ormai superati e la comunità sta subendo un progressivo cambiamento; visibile anche dall’ architettura delle case sempre meno artistiche e più funzionali; il cambio di mentalità è un nemico più temuto delle autorità danesi; e l’ incubo della trasformazione in un covo di yuppie che giocano a fare i nostalgici è sempre più vicino.

Il futuro dei Christianiti rimane incerto: i concerti di Bob Dylan; dei Blur e dei Green Day sono solo un lontano ricordo; rimangono solo tasse e murales sbiaditi.

Nicholas Capra

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