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Spesso sostituito con altri sinonimi, il “vandalismo” cela un unico concetto: “mancanza di rispetto”.
Mancanza di rispetto per chi lavora, per i luoghi ed i mezzi pubblici e per chi, ogni mattina, attende con impazienza l’arrivo dell’autobus, o del treno, puntualmente danneggiato.
Perché recar danno ai luoghi pubblici è ormai diventata una moda. È moda scrivere insulse frasette dalle svariate sfaccettature su autobus e treni. È moda tirare calci, pugni e pietre a monumenti, panchine, finestre e vetrine dei negozi. È, quindi, moda dimostrare pubblicamente la propria inettitudine.
La linea di uno degli autobus principali di Alessandria (il Tre), per un periodo, ha dovuto cessare il transito in Via Gandolfi, perché un gruppetto scapestrato di incivili ragazzini, con l’intenzione di opporsi ad un servizio ritenuto inefficiente, ha deciso di sfoggiare la propria ineducazione e mancanza di rispetto, scagliando pietre contro il medesimo.
Anche l’ambiente subisce questo genere di attacchi. Vengono chiamate “eco-vandali” le persone che, non curanti dell’importanza dei loro gesti, decidono di sbarazzarsi dei propri rifiuti in maniera poco consona. Nei pressi del cimitero, per esempio, è stato abbandonato un vecchio monitor rotto e, a fare da cornice a questa “carcassa tecnologica”, troviamo bottiglie di plastica.
Se viene a mancare sia la sicurezza ambientale che quella civica, come ci si può abbandonare tranquillamente ad un po’ di serena vita cittadina? Basti ricordare che la nostra città, fino a qualche tempo fa, è stata attaccata da una “banda di ladri di gomme”. Gli alessandrini avevano il terrore di lasciare la macchina posteggiata perché Alessandria non era più un luogo sicuro per permettersi di farlo.
Tutti ricordiamo gli episodi vandalici a danno dei cassonetti, quando un gruppo di incivili ebbe la brillante idea di dar loro fuoco, noncuranti del forte impatto ambientale del gesto.
Ci lamentiamo perché l’ambiente è danneggiato, ma siamo noi a danneggiarlo. Così, destinati a vivere le nostre vite in balia di questo circolo vizioso, stiamo segnando il nostro futuro. Esattamente come i cassonetti di cui parlavamo prima: fumo e cenere.

Giada Guzzon

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