Nuovo presidente in Iran. La Persia e il nucleare

 

Eletto il nuovo presidente della Repubblica islamica dell’Iran: il conservatore Ebrahim Raisi.

Una vittoria scontata quella di Raisi, caldeggiata ufficiosamente dalla stessa guida suprema l’ayatollah Ali Khamenei, che sembra vedere nel ex magistrato un possibile successore. Durante la sua prima conferenza stampa Raisi ha definito «enorme» la partecipazione degli iraniani ai seggi elettorali, qualificando la sua vittoria come un vero e proprio «messaggio di unità nazionale e solidarietà». Tale “enorme” partecipazione, il 48 % della popolazione, è in realtà la più bassa della storia della Repubblica islamica dell’Iran; tuttavia, garantisce all’ala conservatrice il controllo in tutti gli apparati governativi iraniani, spezzando il tradizionale dualismo, fra moderati e conservatori, che aveva caratterizzato la politica del paese fin dai tempi della rivoluzione del 1979.

«Mi congratulo per la sua elezione a tredicesimo presidente della Repubblica islamica dell’Iran. Spero che il suo governo, sotto la leadership della Guida Suprema ayatollah Ali Khamenei, porterà conforto e prosperità alla nazione – ha commentato l’ex governatore della Banca centrale Abdolnasser Hemmati, candidato moderato nelle passate elezioni – Spero anche che la sua amministrazione sia motivo di orgoglio per la Repubblica islamica e migliori l’economia e la vita della grande nazione dell’Iran»

Le reazioni degli altri Paesi

Giungono, anche da fuori, le congratulazioni della vittoria, fra cui quelle della Russia di Putin e dalla Cina di Xi Jinping. Pechino, per voce dello stesso Xi Jinping, attribuisce «grande importanza allo sviluppo delle relazioni Cina-Iran». Xi si dice pronto a cooperare con Raisi per approfondire i rapporti fra i due paesi, definiti «partner strategici globali». Anche Teheran ha assicurato il suo impegno per migliorare i rapporti con l’Oriente: «Oggi abbiamo buoni rapporti con la Cina e c’è molto potenziale tra i due Paesi» ha commentato lo stesso Raisi, mettendo ovviamente in allarme chi non vorrebbe vedere rafforzato tale sodalizio.

L’America e l’Iran: un dialogo ripreso

Dure invece le parole del ministro degli esteri israeliano, che ha definito Raisi: «Il presidente più estremista eletto ad oggi in Iran», temendo il suo impegno per lo sviluppo del nucleare in Iran. Proprio su questo punto ruotano le difficoltà diplomatiche fra Teheran e Washington.  «Il mio messaggio agli Usa è questo: tornate immediatamente all’accordo sul nucleare» ha dichiarato il neoeletto presidente Raisi. Gli accordi per l’uso del nucleare in Iran erano stati raggiunti dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu il 14 luglio 2015. Nel 2018 però il ritiro unilaterale degli Usa dagli accordi e le sanzioni americane imposte a Teheran hanno incrinato i rapporti, che tentano ora, con l’amministrazione di Biden, di riprendere là dove erano stati interrotti. A Vienna si è svolto il sesto colloquio del Piano d’azione congiunto globale, PACG, fra l’Iran e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti) a cui si aggiunge la Germania e l’Unione Europea. «Siamo vicini ad un accordo, ma non è facile coprire la distanza rimasta» ha commentato il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi negoziatore capo per conto di Teheran. «Sosterremo ogni negoziato che garantisca i nostri interessi nazionali, ma non intendiamo trattare solo per trattare» ha chiarito Ebrahim Raisi.

Nel frattempo, però si ferma la centrale nucleare di Busher, situata a 17 km dal capoluogo dell’omonima provincia, a causa di un non specificato guasto. L’impianto «riprenderà l’attività nei prossimi giorni, non appena sarà risolto il problema tecnico» afferma in un comunicato l’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, mentre la compagnia elettrica nazionale ha invitato gli iraniani ad un uso moderato dell’elettricità durante le ore di punta. La centrale, in funzione dal 2011 con una capacità massima di 1000Megawatt, dovrebbe dotarsi di altri due nuovi reattori, previsti rispettivamente nel 2024 e nel 2026, per far fronte alle necessità energetiche del paese.

Daniele De Camillis

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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