Da due anni a questa parte l’attenzione sociale e politica è proiettata quasi ed unicamente sulla crisi sanitaria.

Ci si è focalizzati però poco sugli effetti disastrosi che la pandemia ha prodotto a livello psichico e psicologico soprattutto nei ragazzi: l’ordine nazionale degli psicologi ha aspramente criticato la sfera politica poiché le risposte pubbliche ai disturbi psicologici dei più piccoli sono le stesse di due anni fa nonostante le richieste di supporto siano aumentate addirittura del 50% a causa del Covid.

Per fare fronte a queste nuove esigenze la proposta era quella di introdurre un «bonus psicologo» nella legge di bilancio dello Stato per l’anno in corso, ovvero un contributo economico per aiutare le persone a pagarsi l’avvio di un percorso di terapia. Andare in terapia, infatti, ha un costo non indifferente. Queste spese, però, essendo culturalmente considerate non essenziali non sono sostenibili da tutti ma come ci ha tenuto a ribadire l’Oms: “Non c’è veramente salute senza salute mentale!”

Benchè la proposta fosse stata inizialmente appoggiata da tutti i principali gruppi parlamentari, in realtà non ha poi mai visto la luce: sono state destinate risorse per l’acquisto di monopattini e non per la tutela della nostra psiche, cosa che senza dubbio testimonia il minor peso che le forze politiche attribuiscono alla salute mentale rispetto alle questioni più strettamente materiali perdendo di vista il forte (se non inscindibile) legame che esiste tra la qualità della vita e il benessere psicologico. Gli esseri umani e soprattutto i giovani e cioè il futuro del domani non sono solo individui da sfamare ma un complesso di sentimenti ed emozioni da capire e saper coltivare.

E, specialmente per i più piccoli che si trovano ad affrontare la fase della crescita (per giunta in un periodo storico tutt’altro che semplice) e le problematiche psicologiche dell’adolescenza, analisti e psicologi possono essere quella boa che ancora l’adolescente in un mare in tempesta di emozioni. Prevedere la possibilità di un bonus “a favore” della salute mentale poteva essere anche un modo per normalizzare un tipo di aiuto e vincere la ancora diffusa reticenza e la vergogna di molti giovani: c’è chi infatti crede che rivolgersi ad uno psicologo sia disdicevole o peggio ancora possa essere qualcosa di cui vergognarsi. Vi è mai capitato di sentirvi giudicati per questo? O, ancora, vi è mai capitato di giudicare qualcuno per questo? Rivolgersi ad uno specialista non vuol dire assolutamente essere “pazzi” o gravemente malati, né è qualcosa di “strano”. Vuol dire semplicemente cercare un supporto in un momento delicato della nostra vita, sapere di poter contare su qualcuno e di potersi ritagliare uno spazio per “mettere ordine” e ricostruirci.

Non essendo dunque rientrata la predetta previsione nella manovra si è corsi ai ripari per ripristinare un bonus considerato fondamentale in un momento storico come questo con una pandemia in corso che dura ormai da due anni. La petizione, lanciata sulla piattaforma online change.org., in pochi giorni ha raccolto più di 200mila firme e intanto alcune regioni stanno provando a recuperare. Il Lazio, ad esempio, ha istituito un fondo, a livello locale, per sostenere la salute mentale, soprattutto dei più giovani.

Anche la Campania si è mossa e ha creato la figura dello psicologo base, una sorta di medico di famiglia ma totalmente dedicato alla salute mentale.

E voi cosa ne pensate? Quanto pensate sia importante la salute mentale e la tutela della stessa?

Ludovica Italiano

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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