Consumi alimentari a picco anche nella provincia alessandrina dove l’andamento dei prezzi riflette certamente l’andamento stagionale, ma è soprattutto il risultato di una situazione difficile sul lato dei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981.
Ed è proprio la spesa in alimentari e bevande a beneficiare maggiormente dell’aumento dei consumi determinato dal bonus di 80 euro in busta paga di determinate categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante delle proprie disponibilità economiche proprio all’acquisto del cibo.
Un comportamento che dovrebbe contribuire ad invertire la tendenza dei consumi alimentari nel secondo semestre dell’anno dopo che all’inizio del 2014 sono ulteriormente crollati gli acquisti delle famiglie che dicono addio dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2013.
“Nel 2014 si è toccato il fondo – precisano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni – con i prodotti della dieta mediterranea che sono quelli a subire il maggiore taglio della spesa alimentare che in media è stato pari al 2 per cento e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi al primo bimestre dell’anno”.
Intanto, l’inflazione frena in Italia anche per il crollo dei prezzi dei vegetali freschi in calo dell’ 8,6 per cento che fanno segnare la maggior diminuzione tra tutti i beni di largo consumo, ma a scendere drasticamente del 6,6 per cento sono anche le quotazioni della frutta. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat che a maggio, per gli alimentari, registra un tasso di inflazione nullo rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Importante ricordare che la spesa alimentare rappresenta la seconda voce dei budget familiari dopo la casa e ha una incidenza crescente per le classi economicamente più deboli.