Cheerful young backpackers enjoy their visit to new city. Walking on the morning sun and enjoy. Belgrade, Serbia, Knez Mihailova Street

Sì, viaggiare…

Lucio Battisti cantava: “..e tornare a viaggiare, e di notte con i fari illuminare chiaramente la strada per saper dove andare; con coraggio gentilmente, dolcemente: viaggiare”.

Questa canzone crea un parallelismo molto intenso tra il viaggio inteso in senso fisico e il viaggio della vita. Mai come dopo un periodo di particolare dolore come quello affrontato in questi ultimi anni infatti è importante saper rimboccarsi le maniche, reagire e ripartire più forti di prima, evitando le buche “più dure”. Imparare a viaggiare rallentando per poi eventualmente accelerare: non avere fretta perché c’è un tempo per tutto, per aspettare come per agire. E il tutto con coraggio, gentilmente e con amore.

La maggior parte delle persone crede che, di viaggiare, siamo capaci tutti. Ma in realtà viaggiare è un’arte. Il “viaggio” infatti ha ispirato non solo grandi capolavori letterari, filosofi e poeti ma costituisce ed illumina un aspetto da non sottovalutare della stessa vita: viaggiare, più o meno lontano, rappresenta non a caso una parte importante della esistenza di tutti, specialmente per noi giovani.

Oltre ad essere un momento di pausa dalla routine quotidiana e dai propri problemi è infatti un momento di formazione, di arricchimento, di scoperta e di evasione. Viaggiare ci permette di andare “oltre”: oltre i nostri confini, oltre eventuali pregiudizi. Viaggiare ci offre la possibilità di scomporre il mondo e poi di ricomporlo ritrovandoci. Ci permette di uscire dalla nostra comfort zone e di sperimentare l’importanza della capacità di comunicazione, in tutte le sue forme.  Impariamo a testare le nostre capacità di adattamento, ad affrontare le nostre paure Abbiamo la possibilità di ascoltarci, di “conoscerci” in modi sempre diversi apprezzando la nostra compagnia perché la consapevolezza di noi stessi si espande, ancor di più se si viaggia da soli.

Iniziamo improvvisamente ad essere qualcosa in più del “ruolo” che normalmente ricopriamo. Credo sia essenziale iniziare ad “esplorare” e a conoscere quanto prima perché solo entrando in contatto con usi, costumi e tradizioni differenti si riesce non solo ad affinare il proprio spirito critico ma anche ad imparare a guardare il mondo da un altro punto di vista e con occhi sempre nuovi, sempre curiosi e sempre “affamati”.

Se è vero che la pandemia ha necessariamente influenzato le abitudini di viaggio di noi giovani (come di tutti) al tempo stesso ha anche alimentato il desiderio di ri – partire, di visitare nuovi posti o di tornare nei luoghi già vissuti pronti ad osservarli con occhi diversi, gli occhi di chi non ha potuto viaggiare e guardare per tanto, troppo tempo e ora ne ha compreso effettivamente l’importanza, gli occhi di chi vuole conoscere ancora di più recuperando il tempo perso.

Qual è l’ultimo viaggio che avete fatto? Io ho un meraviglioso ricordo di Budapest, l’ultima città estera che ho visitato prima che scoppiasse la pandemia. Oltre ad essere bellissima e molto suggestiva è anche molto economica ed adatta ai giovani. Ultimamente sto invece riscoprendo la bellezza dell’Italia: è sempre bello essere turisti del proprio paese, non dimenticatelo mai.

“..E potresti ripartire: certamente non volare ma viaggiare!”

Ludovica Italiano

 

 

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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