Praga, sede dell'incontro di oggi

Price cap: uno strumento per fermare l’irrefrenabile salita del prezzo del gas

E’ stato approvato l’ottavo pacchetto di sanzioni da parte di Bruxelles e si parla di un tetto al petrolio russo

Il referendum di auto annessione e la continua minaccia nucleare da parte di Putin hanno accelerato la risposta dell’Europa, che si ricompatta, dopo una prima divisione sul tetto al prezzo del petrolio e punta ancora una volta sulle sanzioni economiche, sperando in una riduzione del conflitto grazie allo stop degli extraprofitti russi.
L’accordo preliminare è stato raggiunto dai 27 Stati membri nella serata del 4 ottobre: una prima indiscrezione è emersa dal profilo Twitter della presidenza della Repubblica Ceca.
Ovviamente per avere una conferma dell’attuazione del price cap, sarà necessaria la procedura scritta con le sanzioni che entreranno in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La giornata di oggi vedrà l’inizio del summit di due giorni a Praga tra 44 capi di stati europei e non, fondamentale per riunire le idee e gettare le basi per concrete misure da inserire in Gazzetta.
Oltre al tanto discusso tetto al prezzo, si parlerà di come implementare concretamente le fonti rinnovabili e di nuovi incentivi per potenziare questo settore che mai come ora risulta fondamentale nella lotta ai prezzi.

Cos’è il price cap?

Il price cap è un metodo di regolazione dei prezzi dei servizi pubblici volto a mitigare il tasso di crescita di un determinato aggregato di prezzi o tariffe (definizione Treccani).
Il concetto di price cap non è una novità in campo economico, abbiamo testimonianze dell’utilizzo di questo strumento già dagli anni ’80 in Gran Bretagna o più banalmente lo vediamo tutti i giorni in Italia, nel settore delle telecomunicazioni, dove il price cap è imposto alle aziende, obbligate a mantenere i prezzi delle forniture o delle tariffe all’interno di un determinato intervallo, stabilito per un periodo di 5 anni al termine dei quali viene rivalutato ed aggiornato.

Come può impattare sullo scontro Russia-Ucraina?

L’obiettivo è colpire la Russia dove fa più male e riportare il prezzo del greggio in un range che va dai 48 ai 55 dollari al barile, cioè prezzi pre-pandemia.
Un ulteriore provvedimento all’interno del pacchetto vieterebbe alle compagnie assicurative e di navigazione UE di fornire i propri servizi alle petroliere che trasportano carichi che si venderebbero a prezzi più alti di quelli consentiti, espandendo di fatto il tetto al prezzo del petrolio a tutto il mondo.
Riuscendo a mantenere i prezzi al di sopra del costo marginale di produzione ma al di sotto degli attuali prezzi di mercato, le aziende petrolifere russe potrebbero continuare a voler vendere petrolio e gas all’Europa ma con profitti più contenuti.

Se questa stretta funzionasse, si potrebbe avere un effettivo stop all’incontrollabile salita dei prezzi delle bollette anche se rimane comunque il dubbio sull’efficacia delle sanzioni attuate finora e su quelli che potrebbero essere gli effetti nel lungo periodo del tetto al prezzo del petrolio.

Andrea Coslovi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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