Ottobre era favorevole e novembre terribile, sul calendario dei grigi. Ad ottobre tre gare su quattro in casa, 1 vittoria e 3 pareggi, 6 punti. Si poteva fare di più. A novembre il contrario, una in casa e tre fuori: finora 1 solo punto, al ‘Moccagatta’, con doppia sconfitta esterna, e domenica si chiude a Mantova il mese terribile. Si poteva, e si doveva, fare meglio, ma tanto è. La prima sconfitta novembrina (4-2 a Bassano) è costata la panchina a Notaristefano, poi l’era D’Angelo è cominciata maluccio, 1 punto in due gare. Ora si cambia modulo tattico (passando al 4-3-3), ma il tifo organizzato ha annullato i pullman perchè, pare, i giocatori si sono lamentati delle troppe pressioni. “E allora non veniamo, così non vi mettiamo ansia e fate da soli, e magari giocate meglio”. Giusta reazione, se lamentela c’è stata. L’allenatore si è affrettato a smentire le lagne degli eroi in mutande, ma pare che per Mantova sia organizzata solo qualche auto. Però, cari miei, guardiamoci in faccia. Che l’esempio di Salernitana-Nocerina metta un po’ d’inquietudine, ci sta, ma che adesso i giocatori di calcio si lamentino ‘di gamba sana’ va un po’ meno bene. Perchè parliamoci chiaro: in un momento difficile come questo in cui viviamo, con crisi dilagante, povertà in aumento, alluvioni e disastri meteorologici dovunque, che piangano i calciatori proprio non ci sta. Anche se non sono i milionari della serie A, sono pur sempre giovanotti che vengono decorosamente pagati per ‘divertirsi’ qualche ora al giorno. Non lavorare otto ore per uno stipendio ma, attenzione, giocare tre ore, a volte cinque, per lo stesso obiettivo. Allora, per favore, niente lamentele. Rimboccarsi le maniche, tacere e andare avanti. Stavolta fate da soli, vediamo se vincete. Se no, ha ragione la classifica. (r.b.)
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