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iacona-presa-direttaNell’elegante salotto romano di una signora à la page, elegante, raffinata e di gusto, c’è una festa, il solito appuntamento mensile da non mancare per non cadere in depressione. Sono tutti lì quelli che contano, nel senso che contano i soldi che posseggono; sono quelli che rappresentano il 10% della popolazione dell’Italia e che detengono il 50% della ricchezza nazionale. L’occasione è speciale: rivedersi nella registrazione di una famosa trasmissione televisiva che ha raccontato il loro mondo. Mentre le immagini scorrono e tutti si ammirano e rimirano, flute di champagne e tartine al caviale si consumano tra una risata e un compiacimento: “Guarda come sei venuta bene” “Che bello il circolo, ha proprio dato l’idea del posto” e, ancora, “Tua figlia è deliziosa quando parla nell’intervista”, “La veduta del giardino di casa tua è assolutamente fedele alla realtà, peccato che le rose non fossero fiorite” e così via discorrendo amabilmente.
La registrazione della trasmissione televisiva continua e gli ospiti nel salotto cominciano a sgranare gli occhi: prendono coscienza e vedono la seconda parte della puntata andata in onda; gli operai senza lavoro, i disoccupati che vanno alla mensa dei poveri, i bambini senza la merenda e via via le storie di ordinaria quotidianità e povertà che sono diventate la normalità per tanti, per troppi. contessa-marisela
Non è una colpa essere ricchi, anzi, basti pensare ad alcune religioni, come il calvinismo, che hanno da sempre esaltato l’operosità, per non trarre conclusioni dettate dal pregiudizio. E, infatti, la reazione dei “ricconi” è inaspettata, non è quella che sarebbe più facile immaginarsi: né disprezzo né indifferenza.
Una voce femminile rompe il silenzio: “Abbiamo davvero bisogno di tutto il nostro lusso? Siamo felici? È necessaria una stanza dei bicchieri?”. La risposta silente di tutti è univoca quanto retorica: “No! Il senso della vita è in noi stessi e non nelle cose che possediamo”.
Gli uomini si alzano in piedi e, unitamente, decidono: “Domani, alla riunione del circolo, presenteremo ai nostri «amici che decidono» la nostra risoluzione, irrevocabile ed irrespingibile: la tassa patrimoniale, da subito.
Dobbiamo salvare l’Italia ed aiutare gli italiani, rappresentiamo il meglio di questa nazione, e come tale, dobbiamo agire”.
Si leva un applauso e il salotto, i volti, anche le cristallerie prendono un altro colore, sembrano sorridere ed illuminarsi anche le pareti e i damaschi.
…E vissero tutti più felici e contenti, sarebbe la chiosa ma guardate il titolo di questa rubrica, su a inizio pagina, “Vero falso d’autore” (ndr).

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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