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Prendono il via i restauri conservativi delle opere di arte sacra della collezione civica. Si tratta di quattro dipinti (attualmente esposti presso il Museo dei Campionissimi, all’interno della mostra permanente Tesori sacri dalla collezione civica) e della cassa processionale “Il Padreterno”, tutte opere provenienti dall’oratorio della Santissima Trinità e dal Monastero di Santa Chiara (attuale sede della Biblioteca Civica).

Il restauro dei dipinti ha un valore complessivo di € 41.480,00 (€ 21.500,00 provenienti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino; € 19.980,00 come contributo dell’ente, proveniente dall’alienazione della Farmacia Comunale).

Per quanto riguarda la cassa processionale, il restauro ha un valore complessivo di € 60.921,35, così suddiviso: € 33.000,00 dalla Compagnia di San Paolo; € 13.000,00 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e infine € 14.921,35 come contributo dell’ente (proveniente dall’alienazione della Farmacia Comunale).

 

Si procederà anche ai lavori per il recupero strutturale e del manto di copertura dell’Oratorio della S.S. Trinità, per un totale di € 169.150,00 (finanziamento della Compagnia di Sanpaolo pari a € 135.320,00 ed € 33.830,00 come contributo dell’ente proveniente dall’alienazione della Farmacia Comunale). Inoltre, per quanto concerne gli affreschi interni, anche quelli restaurati nei prossimi mesi, il costo del restauro è pari a circa € 70.000,00 provenienti da un finanziamento della Compagnia di Sanpaolo, cofinanziato dall’ente.

 

Nei prossimi mesi avverrà anche il recupero funzionale dell’organo della Santissima Trinità. Realizzato nel 1777 da Tommaso Roccatagliata di Santa Margherita Ligure, è stato restaurato a spese della Soprintendenza di Torino e depositato presso il restauratore Mario Marzi di San Maurizio D’Opaglio. Il recupero funzionale comporta una spesa complessiva di € 7.000,00 (contributo dell’ente proveniente dall’alienazione della Farmacia Comunale, che servirà per trasporto, ricomposizione e accordatura in loco, quindi presso la Santissima Trinità).

 

I beni artistici e i manufatti, che il Comune di Novi Ligure ha acquisito insieme al complesso della Chiesa della Santissima Trinità, hanno un rilievo fondamentale per la ricostruzione della storia della città e del legame imprescindibile che ha avuto con la Repubblica di Genova tra la metà del ‘400 e la metà del ‘700, evidente dalle tracce ritrovabili nelle committenze ad artisti e botteghe liguri. Le attribuzioni avvenute in sede di restauro e di recupero permettono una delineazione della storia degli artisti genovesi in Oltregiogo e i lavori avviati, unitamente ai restauri già conclusi nel 2013, hanno come obiettivo la restituzione alla città della collezione completa che possa così essere valorizzata e fruibile all’interno del suo contenitore originale, ovvero la Chiesa della Trinità. 

DIPINTI
Oggetto del restauro saranno i seguenti dipinti:

 

Francesco Campora, Mater Divinae Providentiae, 1739/40

Francesco Campora, San Carlo Borromeo, 1739/40

Luigi Tassistro, Deposizione dalla Croce, 1789

Gio.Raffaele Badaracco, Santa Chiara che scaccia i Saraceni, primo decennio 1700

 

È stato trasportato presso il laboratorio di restauro “Gabbantichità” di Tortona il primo dei quattro dipinti, Santa Chiara che scaccia i Saraceni.

I primi tre dipinti provengono dagli altari della chiesa della Confraternita della Santissima Trinità dedicati ai soggetti ivi rappresentati, mentre il quarto proviene dalla chiesa del Monastero di Santa Chiara, oggi Biblioteca Civica. Queste opere fanno parte della collezione civica e andranno a completare l’apparato iconografico proveniente dal tessuto di oratori e confraternite tipici di una città come Novi Ligure, fortemente connessa alla storia della Repubblica di Genova. Le stesse maestranze collegano tutte le committenze a maestri genovesi del ‘600 e del ‘700, maestri che oltre alle grandi opere per la Repubblica e le famiglie nobiliari, lavorarono sul territorio dell’Oltregiogo.

I dipinti presentano cattive condizioni conservative: sono ricoperti da un denso strato di polvere ed unto dovuto alla cera delle candele e presentano lacerazioni, che non ne impediscono però la lettura d’insieme; le cadute di colore sono da attribuire ad abrasioni accidentali e alla particolare preparazione del fondo. Tutte le opere sono in prima tela che, mantenendo una consistenza accettabile, ne consentono la conservazione mediante consolidamento con la tecnica della tavola calda.

 

CASSA PROCESSIONALE

 

Per il restauro è stata trasportata presso il “Laboratorio delle Scuole Pie di Genova”. L’intervento, in questo caso, sarà particolarmente delicato e complesso data la materia costruttiva, ovvero la carta pesta. Tale tecnica richiederà un intervento delicato di consolidamento della struttura portante (che ricostruita in ogni sua parte supera i 5 metri di altezza), cui seguirà una fase importantissima dedicata alla pulitura dei numerosissimi strati di pittura, per riuscire ad arrivare al meraviglioso primo strato di coloritura settecentesco che verrà così restituito.

Parte di questo manufatto (angeli, aureola e corona) era ancora conservato all’interno dell’altare originale nella sala capitolare della chiesa della Trinità; una vera e propria macchina scenografica, il cui vetro è governato da un argano, che messo in moto consente di far scorrere verso il basso il vetro con la relativa cornice che scivolano in appositi binari al piano sotterraneo della chiesa, consentendo di ricoverare la statua al suo interno. Messo in azione, suddetto argano, ha perfettamente funzionato, nonostante il trascorrere degli anni, o meglio dei secoli, consentendo l’accesso alla cappella.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"