Venerdì 24 giugno  – ore 21, ingresso libero – alla Fondazione Luigi Longo (via Baudolino Giraudi 421- Castellazzo Bormida) si terrà il decimo appuntamento della rassegna “E a un certo punto il rosso cambiò colore”, la serata dal titolo “Riempire i vuoti, alleggerire i pesi con l’umanità e la poesia“, vedrà protagonisti lo psichiatra – scrittore – Paolo Milone che insieme allo psichiatra – cantautore – Daniele Gennaro, presenterà il suo ultimo libro intitolato “L’arte di legare le persone” (Einaudi) e, a seguire, il concerto della cantautrice Cristina Nico che presenterà live il suo ultimo, omonimo, album – uscito giusto pochi giorni fa (Lilith Label | OrangeHomeRecords | Believe, 2022) -. Cristina Nico – voce e chitarra – sarà accompagnata da Stefano Bolchi alla chitarra elettrica, per una versione più intima/unplugged, ma non troppo, del disco. Cristina – che ricordiamo in Cuore Femmina degli Yo Yo Mundi – è una vera forza della natura quando si esibisce in concerto, non perdetevi il suo set per niente al mondo! Dicono di lei: «Cristina è una vera cantautrice, una musicista e poetessa che trova parole, tempi e pause giuste per raccontare cose che noi difficilmente vediamo, cosa che poi sarebbe la missione del cantautore, uno scopo taumaturgico» Massimo Argo. Dice Cristina del suo ultimo album: «Sentivo una grande urgenza di buttare fuori tutto quello che mi ha costretta a guardare in faccia le mie paure, a scandagliarmi più del solito in un momento di profonda crisi personale. Mi sono interrogata sul senso del mio fare artistico in una situazione collettiva che ha modificato la nostra socialità, che ci ha costretto a fare i conti con la nostra solitudine, le nostre fragilità e i nostri egotismi. Sono anche tempi incredibilmente interessanti, di rivoluzioni profonde che passano anche attraverso il coraggio di viversi liberamente, le sacrosante richieste di diritti e cambiamenti, la consapevolezza di essere parte di qualcosa di più grande purtroppo messo a rischio da noi stessi che dovremmo proteggerlo e proteggerci. Offrire me stessa senza sconti, con le mie contraddizioni mi è sembrata la cosa più onesta da fare». E che dire dello straordinario libro “L’arte di legare le persone”? Quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime… In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. Appassionati e fragili, fallibili, mortali. Paolo Milone ha lavorato per quarant’anni in Psichiatria d’urgenza, e ci racconta esattamente questo. Nudo e pungente, senza farsi sconti. Con una musica tutta sua ci catapulta dentro il Reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. Quello di Milone è un esordio straordinario, come è straordinaria l’accoglienza che sta ricevendo da parte della critica e del mondo letterario. Ecco alcuni estratti delle recensioni che hanno sostenuto quest’opera: Daria Bignardi «L’arte di legare le persone di Paolo Milone mi ha stecchito. Che accidenti di libro. Ti porta dentro un mondo, quello della malattia psichica, del dolore insensato, che sembra opaco e impermeabile: invece Milone te lo spiega con pagine che sembrano canzoni belle, racconti di Carver, poesia. È un libro che fa venir voglia di mollare tutto, cambiare vita, fare qualcosa di utile per gli altri. Se lo avessi letto a diciotto anni, invece di leggere e rileggere Nietzsche, forse avrei fatto la psichiatra. Dicono che gli psichiatri siano tutti matti. Non so se Paolo Milone sia matto ma sicuramente è uno scrittore molto bravo. L’arte di legare le persone racconta cosa vuol dire sentire il dolore degli altri e cercare di farci qualcosa. Spiega che anche quando non puoi farci niente devi esserci. Che le parole servono poco, i fatti molto. È un grandissimo libro. Complimenti gente di Einaudi». Nicola Lagioia – La Repubblica «L’arte di legare le persone è un’opera letteraria sulla malattia mentale tra le più belle, inusuali e poetiche degli ultimi anni. Pura emozione, intuizioni non banali, qualche provocazione, non ci si annoia mai. Un libro unico nel panorama italiano. Per forma, oggetto di scavo, capacità di indagine, arte del paradosso. Se ho citato Spoon River l’ho anche fatto con spirito provocatorio poiché, in questa ballata del mare salato, da quale regno escano i vivi e da quale i morti non è mai del tutto chiaro». Carlotta Vissani – Il Fatto Quotidiano «Con una scrittura che ha il passo della poesia, la stoffa del coraggio e l’intensità del mettersi a nudo, Milone ci porta per mano nel suo reparto, tra urla perforanti e silenzi assordanti, scalpiccii notturni, sedie spostate, la macchinetta del caffè che gorgoglia nella stanza infermieri, fruscio di lenzuola. […] Se ne esce col cuore felicemente crepato perché ogni istantanea è struggente umanità e salvifica lucidità, pugno e carezza, ferita e sutura, vita e morte insieme» Oltre a provenire entrambi da Genova (ricordiamo che, altra coincidenza, in Fondazione è ancora visibile la mostra “Genova per noi”), Paolo Milone e Cristina Nico, hanno davvero molte cose in comune nel loro modo di esprimersi, nella loro ricerca profonda e nella loro visione poetica del mondo. Sarà una serata davvero formidabile, credeteci! Ci fa piacere ricordare che questa manifestazione culturale – curata artisticamente da Paolo E. Archetti Maestri ed Eugenio Merico -, ha il patrocinio del Comune di Castellazzo Bormida, e vanta la collaborazione de l’Associazione Gioco del Mondo, l’Associazione Memoria della Benedicta, Radio Gold, Ristorazione Sociale “Ristò”. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, resta gradita la prenotazione ai numeri: 338.3285336 345.7395242 393.9094004, oppure scrivendo a [email protected]. Gli eventi si terranno al coperto nelle sale espositive della Fondazione Longo.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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