Durante le recenti audizioni dei sindacati in Regione Piemonte, è emerso l’obiettivo di migliorare la prevenzione e diffondere la cultura della sicurezza sui posti di lavoro.
Il termine per la conclusione dell’indagine è stato prorogato al 28 febbraio.

Gli interventi

  • Francesco Lo Grasso (Uil Piemonte): “Il taglio dei tecnici Spresal e la mancanza di ispettori del lavoro non giova. Per le aziende sarebbero più efficaci un controllo ed una multa che non fare formazione e prevenzione. Nell’ambito degli appalti sono pericolose le offerte al massimo ribasso. Auspichiamo cabine di regia provinciali e regionali”.
  • Fabrizio Ferraris (Cisl Piemonte): “Se per gli infortuni sul lavoro siamo in grado di definirne, con buona approssimazione, numeri e cause, per le malattie professionali, seppur siano la principale causa di morte di tipo occupazionale in Europa e in Italia, molto deve essere fatto in termini di quantificazione e sulla conoscenza delle cause che ne determinano l’insorgenza”.
  • Graziella Silipo (Cgil Piemonte): “Mancanza di strategia nazionale sul tema sicurezza e salute sul lavoro. Nei dati sugli infortuni mortali si riscontra che la fascia d’età più colpita è quella 50-54 anni. Tra le cause principali che generano gli infortuni c’è la precarietà; bisogna poi prestare grande attenzione all’alternanza scuola-lavoro”.
  • Salvatore Orifici (Usai, federazione sindacati indipendenti): “È un tema da decenni fermo con le 4 frecce, visto che i dati restano immutati. Bisogna ragionare sui fabbisogni del personale, della prevenzione e della formazione. Chiediamo alla Regione un ruolo di raccordo con l’autorità giudiziaria”.

Ogni anno in Italia sono denunciate all’Inail circa 60.000 malattie di origine professionale. Circa la metà è rappresentato da malattie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, ma fra le patologie oggetto di denuncia un’attenzione particolare va rivolta ai tumori di origine professionale.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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