(Agenzia Dire) – Le micro-plastiche e le nano-plastiche sono ormai presenti nella nostra vita, a tal punto da poter essere ingerite o inalate dal nostro organismo. Quindi non solo i pesci mangiano plastica, di cui i mari sono super inquinati, e poi noi di conseguenza, ma diversi dati scientifici dimostrano la presenza di particelle plastiche lungo l’intera catena alimentare. Frammenti ne sono stati trovati anche in carne, frutta, verdura (mele e carote soprattutto), miele, zucchero, sale e birra. Allucinante. 

Le conseguenze

Il team di ricercatori, diretto dal professore Danilo Porro e coordinato da Daniela Gaglio*, ha dimostrato in via sperimentale che le cellule sottoposte all’esposizione acuta e cronica di particelle di polistirene mostrano un’alterazione del metabolismo e un aumento dello stress ossidativo (Bonanomi et al., 2022). Il CNR con la sua ricerca ha evidenziato quindi il potenziale effetto che queste micro e nanoparticelle possono avere sulla salute. Si stima che possiamo ingerire da 0,1 a 5 gr alla settimana di invisibili pezzetti di plastica, contenuto quasi pari a quello di una carta di credito“.
*la dr.ssa Gaglio è responsabile scientifico dell’Infrastruttura di Metabolomica dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare (IBFM), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Lo studio

Secondo questi esperti dimostra che le micro e le nano-particelle di polistirene, assorbite dal colon umano, inducono cambiamenti nel metabolismo simili all’agente tossico azossimetano, molecola cancerogena e neurotossica, studiata per la sua capacità di indurre tumore al colon. Dallo studio effettuato emerge che cellule sane di colon umano, sottoposte all’esposizione sia acuta che cronica di particelle di polistirene, mostrano alterazione del metabolismo e un aumento dello stress ossidativo.
 

Altri studi

Di recente ne sono stati condotti sull’acqua di rubinetto, in bottiglia e di sorgente. Essi hanno dimostrato che micro-particelle sono presenti in tutte le fonti d’acqua analizzate (Cox et al., 2019). L’acqua di rubinetto proveniente da 159 fonti diverse ha evidenziato l’81% dei campioni con micro-particelle inferiori a 5 mm (Kosuth et al., 2018). Altri studi condotti su 259 bottiglie d’acqua di 11 marche diverse e 27 lotti diversi hanno mostrato che il 93% dei campioni conteneva micro-particelle di plastica (Mason et al., 2018). Un altro studio ha ritrovato elevati livelli di micro-plastiche nell’acqua minerale imbottigliata in 22 diversi materiali plastici multiuso (rispetto ai contenitori monouso in plastica o cartone), nonché nelle bottiglie di vetro (Schymanski et al., 2018).

Le parole

Per il team di ricercatori conclude la coordinatrice Daniela Gaglio: “È molto interessante, per la comunità scientifica, aver scoperto che particelle di micro e nano plastica sono state trovate in vari organi: colon, polmone, cuore e placenta. Come correttamente dichiarano gli autori, molto poco si conosce dell’effetto che hanno queste particelle sul nostro organismo”. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

0 0 voti
Valutazione articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
0
Vorremmo sapere cosa ne pensi, scrivi un commento.x