L’episodio risale a mercoledì scorso, 8 ottobre, nella Casa circondariale ‘Cantiello e Gaeta’ di piazza Don Sorìa. Il racconto è di Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del SAPPE, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Intorno alle 22,30 un agente ha notato un movimento sospetto, individuando un detenuto con un telefono cellulare. Immediatamente il personale ha proceduto ad una perquisizione, trovando un microtelefono cellulare completo di SIM e caricabatteria, la cui detenzione in ambiente carcerario costituisce un reato. Il detenuto, un 22enne egiziano, detenuto per aver commesso molteplici rapine aggravate, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria”.
Il sindacalista ha speso parole di apprezzamento per i colleghi di Alessandria: “La professionalità e l’acume del personale in divisa si dimostrano l’unico vero baluardo per la sicurezza interna degli Istituti. Questo episodio sottolinea ancora una volta che l’intero sistema detentivo è retto dall’abnegazione e dal senso del dovere della Penitenziaria”.

Su questo tipo di reato il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, snocciola i dati e chiede interventi urgenti: “Nel triennio ’22-’24 sono stati sequestrati nelle carceri italiane 4.931 telefonini. Il SAPPE sollecitare l’adozione di misure di sicurezza, schermando le carceri e di dotando i Reparti del Corpo di sistemi per rendere inattivi i sorvoli dei droni sulle strutture. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”.
