L’Italia ed il gas russo con sempre più tagli

Mosca continua a tagliare le forniture di gas verso l’Europa, accrescendo così i timori dei razionamenti per l’inverno.
In seguito alla guerra in Ucraina, gli stati europei, hanno da subito cercato di tagliare fuori la Russia da ogni accordo politico ed economico preso in precedenza questo però non senza conseguenze per le nostre tasche.
Fino all’anno scorso, la Russia ha rappresentato la principale fonte di approvvigionamento di gas ricoprendo quasi il 50% delle forniture totali che entravano nelle nostre case e quindi, la risposta che ci sarebbe potuta essere alle sanzioni, ha sempre destato preoccupazione.
Una prima risposta in questo senso è avvenuta negli scorsi giorni, quando Mosca ha annunciato la chiusura per dieci giorni di Nord Stream 1, la principale struttura di trasporto gas verso il nostro continente, per manutenzione.
L’Europa punta sugli stoccaggi con l’obiettivo di raggiungere l’80% della capienza dei siti entro novembre ed in questo modo riuscendo a far fronte al lungo inverno, sempre che la Russia non tagli del tutto le forniture.
I governi stanno preparando un piano d’emergenza nel caso ci fosse il blocco totale: si va da un razionamento su riscaldamento, aria condizionata ed illuminazione, alla chiusura anticipata di negozi ed uffici pubblici oltre a riduzione della temperatura in case ed uffici.

Alternative al gas di Putin

L’inverno è sempre più vicino e gli accordi con gli altri Stati fornitori vanno a rilento.
Nel primo semestre 2022 in Italia, circa il 30% del gas è arrivato dall’Algeria, seguita da Norvegia e Paesi Bassi.
Il GNL (gas naturale liquefatto), è diventato di grande importanza nell’approvvigionamento, con una percentuale di quasi il 20% sul totale del gas in arrivo principalmente da Qatar, Algeria e Stati Uniti.

Andrea Coslovi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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