La guerra Ucraina ha dimostrato che l’Europa è molto più vulnerabile di quanto si pensasse solo pochi mesi fa. La brutale invasione russa non è solo un attacco alla libertà e democrazia di un paese sovrano ma anche la più grande sfida alla sicurezza europea dalla fine della seconda guerra mondiale.

ENERGIA e GAS
Sanzioni senza precedenti e sostegno massiccio all’Ucraina, hanno fatto entrare nella black list di Putin quasi tutti gli stati della nostra Comunità, con il rischio di un taglio alle forniture energetiche. Tra tutte le potenze economiche, sicuramente l’Europa è quella che ha la maggiore dipendenza dal gas di Mosca. Bruxelles vorrebbe correre ai ripari e per questo la Commissione europea ha annunciato il piano RePowerEu per rendersi totalmente indipendente dalle importazioni di gas russo entro il 2030 e diminuirle per due terzi entro la fine dell’anno. L’idea è diversificare le fonti di approvvigionamento, potenziando gli accordi economici con paesi del nord Africa e Stati Uniti con il gas naturale liquefatto (il cui vantaggio è che per la stessa quantità di gas, il volume occupato dal GNL è 600 volte inferiore al volume in forma gassosa ), ma anche dare il via libero all’acquisto e allo stoccaggio comune di risorse e di gas utilizzando ad esempio l’Italia che ha possibilità di stoccaggio superiori agli altri stati della Comunità.

RECESSIONE
Gli indicatori di mercato che in passato hanno predetto una contrazione economica, stanno lampeggiando minacciosamente su entrambe le sponde dell’Atlantico. E’ un segnale che la combinazione di pandemia, inflazione e guerra potrebbe portare ad una recessione in due dei tre grandi blocchi economici del pianeta.
Negli Stati Uniti il segnale che ha dato l’allarme è la curva dei rendimenti delle obbligazioni governative americane che sta per “invertirsi”( i buoni del Tesoro a breve termine danno rendimenti migliori di quelli a lungo termine, di solito è il contrario). Una curva “invertita” ha predetto otto delle ultime dieci recessioni negli Stati Uniti.
Sebbene la situazione economica negli USA sia difficile, in quanto l’inflazione è a livelli altissimi ed i titoli azionari di molte aziende (soprattutto del settore tecnologico) segnino un -40% dall’inizio dell’anno, a livello economico non sono così dipendenti dalla Russia come l’Europa (come detto in precedenza) e quindi il rischio recessione negli Stati Uniti è sicuramente più basso di quello europeo.
E’ comunque prematuro parlare di recessione sia negli USA che in Europa ma è importante notare come l’umore di investitori, aziende e consumatori sia cambiato nel giro di poche settimane: dall’ottimismo di una robusta crescita post pandemia, siamo passati a preoccuparci di un caro prezzi asfissiante preoccupato dalla possibilità di una contrazione economica.

Andrea Coslovi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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