Comitato Stop Solvay: “Per lo screening non siamo disposti ad aspettare oltre”

Negli ultimi due anni, sono state numerose le pubblicazioni sulla nocività e pericolosità per l’uomo e l’ambiente dei PFAs: dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ai medici per l’ambiente (ISDE), da ARPA Piemonte e Veneto alla comunità scientifica di tutto il mondo. Un fiume di informazioni tecniche e scientifiche che hanno confermato il valore della battaglia del Comitato Stop Solvay in Piemonte e delle Mamme NO PFAs in Veneto. A tutte queste informazioni si aggiungono le testimonianze dirette di territori e popolazioni in sofferenza.

 

I recenti monitoraggi di ARPA Piemonte – come riportava Il Piccolo del 10 settembre scorso – continuano a registrare un inquinamento diffuso alle porte di Alessandria dovuto oltre ai noti PFAs (cC6O4, ADV7800 e PFOA) anche agli inquinanti precedentemente rilasciati nell’ambiente (cloroformio, tetracloruro di carbonio). E se per quest’ultimi si può scaricare il barile su Montecatini, Ausimont e Montedison, la significativa dispersione dei PFAs è imputabile esclusivamente a Solvay, unico produttore di queste sostanze sul territorio alessandrino.

 

A questo feroce inquinamento non può che conseguire uno stato di salute tutt’altro che buono della popolazione. I tassi di morbilità e mortalità nella Fraschetta – il Comitato lo diceva già a dicembre 2019, a seguito della pubblicazione dello studio epidemiologico, e non si stanca di ripeterlo – raggiungono percentuali scioccanti rispetto al resto della Provincia di Alessandria.

 

In questo contesto drammatico, nulla è stato fatto dalle Istituzioni che dovrebbero tutelare la salute pubblica e i beni collettivi (tra cui quelli ambientali). Anzi, l’unica decisione presa è stata quella di spalleggiare la multinazionale belga concedendo l’ampliamento della produzione di queste sostanze affinché potesse ricavare ulteriore profitto dalla distruzione di vite e di un intero territorio.

 

“Non ci stanchiamo di continuare a lottare per lo screening sanitario di tutta la popolazione potenzialmente esposta ai PFAs – dice Viola Cereda, portavoce del Comitato Stop Solvay – In questi ultimi mesi, dopo i nostri sforzi, la proposta di un biomonitoraggio umano è stata addirittura discussa in Regione Piemonte. Ma mentre la classe politica valuta se lo screening sanitario sia “cantierabile”, Solvay continua a sversare sul nostro territorio questi inquinanti. Non siamo disposti ad aspettare oltre una risposta!”

 

Domenica 26 settembre, alle 21 in via Piave 63 ad Alessandria, il Comitato Stop Solvay discuterà con Giovanni Fazio – medico ISDE -, Giovanna Dal Lago – mamma NO PFAs – e Giovanni Del Bello – attivista di PFAs Land e ZERO PFAs – degli effetti di questi inquinanti sulla salute, della necessità di uno screening sanitario per coloro che vivono il territorio alessandrino e dell’analogo percorso avviato in Veneto da alcuni anni.

 

L’evento fa parte della 3 giorni indetta da Fridays For Future Alessandria. “La nostra lotta e quella di questə ragazzə è la stessa: vogliamo che le istituzioni agiscano per fermare la crisi sanitaria e ambientale che questo territorio vive da oltre cent’anni! Vogliamo: screening di tutta la popolazione, chiusura dell’impianto produttivo di Spinetta Marengo e bonifica dell’interno territorio!”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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