Grave episodio presso la Casa Circondariale di Torino. Il segretario del Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Vicente Santilli, segnala infatti un grave episodio che ha visto coinvolto un detenuto italiano, ristretto presso l’XI sezione del blocco B, dove stava scontando una sanzione disciplinare a seguito di precedenti disordini avvenuti nel padiglione C. Verso le 11:15 circa, il detenuto ha dapprima danneggiato i sanitari della propria cella, per poi appiccare il fuoco al materasso e ad altri arredi. L’Ispettore di turno, unitamente ad altri agenti, è intervenuto con tempestività per domare l’incendio e procedere all’evacuazione della restante sezione, evitando conseguenze ben più gravi. Il sindacalista evidenzia che, a seguito del ripristino dell’ordine e della sicurezza, l’Ispettore è stato colto da un grave malore, rendendo necessario il trasporto in ambulanza presso il primo nosocomio cittadino per gli accertamenti del caso. Santilli augura al collega una pronta guarigione e denuncia: “Questo episodio evidenzia, ancora una volta, le condizioni critiche in cui il personale opera quotidianamente, esposto a rischi elevati e spesso in assenza di adeguati strumenti di tutela. Si chiede pertanto all’Amministrazione di intervenire con urgenza, adottando misure concrete a salvaguardia della salute e della sicurezza degli agenti”.

Furibondo Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che mette sotto accusa chi tende a sminuire i gravi fatti che accadono nelle carceri: Siamo alla follia: siamo arrivati al punto che i detenuti sfasciano e danno fuoco alle carceri. Nelle carceri italiane, secondo qualcuno, non succede mai nulla, sarebbero tutte ragazzate. Non vedono le risse, i ferimenti, le colluttazioni. Difendono Caino a scapito di Abele. Ignorano i rischi che corre chi, quotidianamente, si confronta con lamette intrise di sangue o padelle piene di olio bollente, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto”.
Ma un bel giro di vite che riporti la disciplina, no? In fondo i carcerati stanno lì perché hanno commesso reati, mica sono turisti n vacanza… Dai, un po’ di polso… In Italia, però, è difficilissimo.
