ROMA (ITALPRESS) – “L’ottantesimo anniversario dell’ONU rappresenta un momento cruciale per riflettere. L’ONU ha indiscutibilmente contribuito a plasmare un ordine internazionale elaborando valori condivisi: pace, sicurezza e cooperazione internazionale, affermando la prevalenza del principio della coesistenza pacifica. Si tratta di valori che richiamano una visione collaborativa, dialogante, in cui il rispetto delle prerogative di ogni Stato e il rispetto delle persone disegnano un sistema coerente, basato sulla Carta delle Nazioni Unite e sulla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un’intervista a La Voce di New York.

“Quel sistema resta oggi più che mai valido, proprio di fronte ai disastri che la sua inosservanza procura, e va difeso, proprio perché si trova sotto attacco. L’alternativa sarebbe il regresso a un mondo in perenne ebollizione, regolato da temporanei rapporti di forza, in ultima analisi da quella realtà che ha condotto alle macerie seguite allo scoppio della seconda guerra mondiale, da cui la Carta di San Francisco ha cercato di riscattare la comunità internazionale”.

Poi il presidente della Repubblica sottolinea: “La guerra a pezzi, come l’ha definita Papa Francesco, è il risultato di quell’imbarbarimento delle relazioni internazionali cui facevo cenno prima. A fronte di questa involuzione del quadro internazionale, le Nazioni Unite hanno svolto un ruolo di argine importante, anche se non obbligatoriamente coercitivo. Le Risoluzioni dell’Assemblea Generale sono per loro natura non vincolanti. La loro forza risiede nell’indirizzo che esprimono, nella capacità di persuasione. Le molte Risoluzioni approvate a maggioranza, su Ucraina e Gaza, hanno indicato un chiaro giudizio della Comunità internazionale. Gli sviluppi in Medio Oriente sono anche il frutto di una mobilitazione internazionale cui l’ONU ha dato voce e mi auguro che l’ONU giochi in futuro un ruolo incisivo in quel contesto”.

Poi ancora: “Senza cambiamento nei meccanismi di governance dell’ONU, il rischio è che molte nazioni rinuncino a guardarvi come al luogo in cui è possibile costruire obiettivi comuni. In verità le critiche riguardano, più che altro, la capacità effettiva di intervento nel corso di conflitti e scontri armati, mentre amplissimo è il riconoscimento del raggiungimento di ottimi obiettivi, ascritto alle attività di tutto il sistema onusiano, con le sue agenzie. Il dibattito in corso per una riforma delle Nazioni Unite è benvenuto e necessario. Il mondo non è più, ovviamente, quello del 1945. Nuove sfide, nuovi attori, nuovi protagonisti sono emersi da tempo e l’ONU deve adeguarsi a questi cambiamenti, fermo restando il valore della Carta di San Francisco”.

“Il discorso non può che partire da una riflessione sulle modalità di funzionamento del Consiglio di Sicurezza. La proposta di Andreatta (del 1993, ndr) ispira in fondo anche quella attuale del gruppo United for Consensus, con l’introduzione di nuovi membri eletti e non permanenti, ma di maggiore durata, e a beneficio soprattutto di quello che ora viene definito “Sud Globale”. Per quanto riguarda il diritto di veto, che spesso blocca la capacità decisionale del Consiglio soprattutto in presenza di crisi e conflitti, occorre acquisire la disponibilità alla discussione dei 5 Membri Permanenti. Esistono proposte per limitarne l’utilizzo e per migliorare i metodi di lavoro del Consiglio, rendendoli in primo luogo più trasparenti. La riforma, dopo 30 anni di dibattito, non è stata varata e, tuttavia, a dimostrazione di come il tema sia sul tappeto, la discussione è tutt’altro che chiusa su come rendere il Consiglio di Sicurezza più rappresentativo”.

Questa la conclusione di Mattarella: “La proposta italiana continua a mantenere la sua attualità, in un frangente in cui, a fronte di incomprensibili crescenti ambizioni per seggi permanenti di singole nazioni, l’azione sostenuta dall’Italia promuove soluzioni che offrono maggiore voce ai continenti storicamente sottorappresentati, l’Africa, l’America Latina e l’Asia, con l’obiettivo di disegnare un Consiglio di Sicurezza più inclusivo e rappresentativo. E, per ciò stesso, più in grado di rispondere ai bisogni dei popoli del mondo. Non a caso, la Carta delle Nazioni Unite inizia con le parole: “Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra””.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

Di