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Artista d’altri tempi che dà vita a oggetti e aspetti della vita quotidiana in maniera attuale e moderna, quasi all’avanguardia

“I miei nonni erano delle macchiette, sono loro che mi hanno insegnato ad osservare la vita da un punto di vista originale”

simone-barbato_0FullSizeProvate un po’ a mettervi davanti allo specchio e imitate un occhio, se ci riuscite. Avete letto bene: un occhio, dotato di ciglia e che si muove a destra e a sinistra con movimenti repentini. Il risultato sarà come minimo ridicolo. È un piccolo esperimento che può far comprendere ed apprezzare le capacità mimiche di Simone Barbato, artista d’altri tempi che dà vita a oggetti e aspetti della vita quotidiana – nella fattispecie questo organo, forse per la prima volta nella storia, protagonista di una gag televisiva- tirandone fuori un lato comico impensabile. Il giovane di origine ovadese (classe 1980), divenuto una celebrità da quando è entrato nel cast di Zelig, un programma comico nazional popolare su una rete Mediaset, si ispira alla gesticolazione e alla forza espressiva del suo viso, strumento che utilizza al pari del suo corpo per dare forma alle sue rappresentazioni. Senza l’ausilio della voce e con una fisicità straordinaria, Barbato è riuscito a conquistarsi la simpatia del pubblico che lo segue anche perchè contrasta nettamente con una comicità spesso volgare ed urlata e riporta lo spettatore alla risata intelligente e non scontata, ricordando per certi aspetti le pellicole mute in bianco e nero quando c’era più spazio per l’immaginazione e gli attori dovevano sviluppare eccellenti doti teatrali. Il prestigioso “Oscar del Successo”, che da 44 anni premia quegli alessandrini che hanno dato lustro alla provincia in vari ambiti della creatività e del sapere, gli è stato consegnato domenica 12 ottobre a Palazzo del Monferrato ad Alessandria per il suo contributo nel mondo dello spettacolo. Ideato da Paolo Vassallo e promosso dall’Associazione “Suol d’Aleramo”, con la partecipazione della Regione Piemonte e di altri numerosi enti, è stato assegnato da una giuria di giornalisti ed un pannello di esperti a questo ovadese affettuosamente legato alla terra da cui ha mosso i primi passi nel mondo dello showbiz. “Mi sono avvicinato alla musica a 14 anni – esordisce – studiando il pianoforte al Conservatorio di Alessandria dove in seguito mi sono diplomato. Nel frattempo, ho anche studiato canto lirico e l’arte della mimica è nata più o meno contemporaneamente”. Ispiratosi ai suoi famigliari “i miei nonni erano delle macchiette, dei personaggi bizzarri, sono loro che mi hanno insegnato ad osservare la vita da un punto di vista originale” ha scelto la mimica per arrivare al successo “ma – aggiunge – il mio sogno è poter sfondare anche nella lirica”.
DESICA_SIMONE_BARBATO1-(1)Bambino prodigio con una voce di straordinaria potenza, incanalata successivamente nello studio, che ne ha saputo far emergere le qualità migliori, Barbato è un artista a tutto tondo: “Mi sono ispirato ai grandi comici, a Charlie Chaplin, a Buster Keaton, artisti a cui ho sempre guardato con riverenza cercando di emularli”. Questo è anche un consiglio che dà a chi volesse intraprendere la sua stessa strada: “Bisogna puntare in alto, non accontentarsi mai nè rinunciare ai valori che il nostro mondo sta mettendo da parte”. L’osservazione attenta del mondo circostante nutre le sue intuizioni e dà impeto alle sue creazioni. “Mi ispiro alla Natura – continua – alla campagna, agli animali che amo molto”. Forse è per questo che la sua arte non è gridata ma sussurrata. Gli oggetti che parlano al posto suo e a cui lui dà vita sono talvolta privi di importanza ma, improvvisamente, si trasformano e si animano mentre Barbato si contorce sul palco grazie ad un fisico che mantiene in costante allenamento, e lo spettacolo non ha bisogno di scenografia, di effetti speciali. La sua lunga gavetta nel teatro gli dà l’assoluta padronanza del palcoscenico: ha studiato alla Scuola di Teatro di Alessandria e agli esordi della sua carriera ha recitato in “Aspettando Godot” e in tre spettacoli da lui scritti e diretti, fino al debutto sul piccolo schermo che gli ha anche aperto le porte nel cinema, partecipando al film “Colpi di Fulmine” di Neri Parenti del 2012 e al programma televisivo “Avanti un altro”, condotto da Paolo Bonolis. Non gli piace essere etichettato nè come comico nè come cabarettista, piuttosto come uomo di spettacolo e dai molti talenti, capace, nella vita come sul palcoscenico, di metamorfosi inaspettate, proprio come Charlie Chaplin: musicista, attore, regista, poeta, scrittore. “Ricevo con molto piacere l’Oscar del Successo – conclude Simone – anche perchè è il riconoscimento del mio lavoro spesso pieno di difficoltà e di sfide quotidiane. Questa professione è spesso incerta ma continuo a coltivare i miei sogni e spero anche di valicare i nostri confini, potendomi esprimere anche senza l’ausilio delle parole”. Il suo unico abito di scena è la tuta nera e lo spartito è la vita a cui si ispira quando si esprime con i gesti, mentre il repertorio del canto lirico comprende note arie del melodramma tradizionale. La sua è un’arte per ogni età nonchè per ogni pubblico, italiano ed internazionale. Gli auguriamo di spiccare il volo anche all’estero, tenendo alto il nome dell’Italia e della regione che gli ha dato i natali.

Sagida Syed

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