I giocatori dell'Alessandria in cerchio dopo la vittoria sul Cosenza. Quando li rivedremo così?

La peggior partita stagionale ha condannato l’Alessandria alla sesta sconfitta in campionato (con la 2^ peggior difesa), oltremodo dolorosa perché allunga la classifica in coda e allontana le posizioni salvezza. Eh sì, cari miei, di questo bisogna parlare: la salvezza, unico obiettivo possibile di una squadra che ha ritrovato la B dopo quasi mezzo secolo. La permanenza diretta in categoria è distante 5 punti, il playout solo 3, ma nei confronti del prossimo avversario del ‘Mocca’, il Crotone

LA SQUADRA

Longo ha mescolato le carte schierando una formazione inaspettata. Squadra nascosta nelle ore della vigilia e stesso modulo di sempre, ma qualche scelta si è rivelata fatale. Si sono rivisti Parodi in fascia destra (bravo a marcare Chajia) e Mustacchio nei 3 d’attacco, mentre Lunetta ha fatto disastri sulla corsia mancina e Benedetti ha lasciato a desiderare da centrale difensivo. Ottimo il portiere Pisseri, come sempre, ma stavolta è servito a limitare il passivo. E il povero Casarini, costretto a cantare e portare la croce in mezzo al campo, si è spento col passare dei minuti.
MORALE: il Como ha fatto gol (3, uno annullato dal VAR), è andato altre tre volte vicinissimo alla segnatura (bravo Pisseri), l’Alessandria non ha mai centrato la porta e solo una zuccata di Marconi alla mezz’ora ha sfiorato il palo. Mi sembra davvero poco per fare punti. Bisogna segnare e se non si tira non si può.

LE RETI

Minuto 48: Gliozzi prende palla a sinistra e serve in mezzo per l’accorrente Bellemo, controllo e giravolta con diagonale destro imprendibile. Lunetta in marcatura sbaglia tempo e intervento, 1-0.
Minuto 95: su angolo per il Como, Lunetta si incarta col pallone sulla riga di fondo, sbaglia tutto e regala palla ad Arrigoni, cross per Parigini e tocco in rete: 2-0.

LE PAROLE

Il tecnico grigio Moreno Longo non si sottrae alle domande e ci mette la faccia, come sempre, prendendo le proprie responsabilità. E le sue sono parole pesanti: “Questa squadra deve sempre dare dare il 110% per stare in categoria. Se abbassiamo solo un po’ il livello, subiamo la superiorità degli avversari. Chiaro e netto. Per me da tradurre con il concetto che, se la squadra non si esprime sempre al limite delle sue capacità, è costretta a soccombere alla maggior caratura tecnica degli altri. Come si è sempre visto fin qui.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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