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L’Alessandria non è andata oltre l’1-1 sul campo del Grosseto. I toscani continuano ad essere un tabù per i grigi, che in 4 sfide han pareggiato 3 volte e perso 1. Vinto, mai. Hanno rotto, però, un record negativo: oggi finalmente un giocatore grigio ha segnato ai maremmani, mentre l’unica rete segnata fin qui fu un autogol. Ma c’è stata anche un’altra prima volta: l’errore del portiere. Il buon Pìsseri, di gran lunga il migliore dei suoi in stagione, con tanti punti nelle mani, è stato sorpreso da un tiro da fuori non proprio irresistibile. Ma un errore ci può stare, soprattutto perché nel finale di gara ci ha messo del suo per tenere il pareggio. Ma la classifica non soddisfa: i grigi sono scivolati al 6° posto con 40 punti, mentre la matricola Grosseto galleggia a quota 33. Ma soprattutto il distacco dalla vetta è di 12 punti, cosa che non alimenta molte speranze di rimonta. 

LA GARA – Toscani col ‘rombo’ (4-3-1-2), piemontesi messi 3-5-2. Buon inizio dei grigi, con piglio e personalità, il gioco sembra in crescita ma le conclusioni sono sbilenche, a parte una testata di Prestìa su cui Barosi fa una ‘paratona’. Ma il destino è in agguato e al 25′ segna Sicurella, schierato per l’infortunio di Cretella nella fase di riscaldamento. Il 25 toscano viaggia palla al piede per 50 metri, tira da 25 e segna, 1-0. Prima dell’intervallo ci provano Giorno e Corazza senza dar fastidio al portiere. Altra Alessandria nella ripresa: dentro Frediani per Celìa e sul cross del nuovo entrato al 51′ arriva Corazza-gol, 1-1. Dopo un quarto d’ora ospiti in 10: sciocca trattenuta di Parodi a 50 metri dalla porta e 2° ‘giallo’. Espulso. Nel grigi fuori Stanco e dentro Bellodi, squadra 4-4-1, il Grosseto prova a vincere e meno male che Pìsseri c’è, in almeno 3 occasioni. Finisce così, 1-1.

POST GARA – Interessante conferenza stampa di mister Longo, che dopo le dissertazioni sulla partita e le motivate giustificazioni per Parodi e Celìa, è stato molto chiaro: “Non si deve pensare che l’Alessandria giochi per vincere il campionato. Gioca per fare il meglio possibile, e crederemo nella rimonta fino a quando la matematica ce lo consentirà”.
E ancora: “Lavoriamo per costruire una squadra vincente, che verrà. Non bisogna pensare che ‘spendere’ equivalga a ‘vincere’. La nostra proprietà fa grandi sacrifici, investe molto, e noi dobbiamo far sì che questi sacrifici diventino risultati. Come? Anche aiutando a scegliere calciatori che facciano la differenza sul campo. Perché con i ‘nomi’ non andiamo da nessuna parte“. Chiaro e netto.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.