Edilizia e agricoltura sono i settori più a rischio infortuni, mentre la cultura della prevenzione viene meno soprattutto nelle microimprese.

È quanto è emerso nella terza Commissione regionale durante l’audizione dei servizi prevenzione di ASL locali, Ispettorato del Lavoro e Inail in merito all’indagine conoscitiva richiesta dalla Consiglio regionale. L’obiettivo è migliorare la prevenzione e diffondere la cultura della sicurezza sui posti di lavoro.
In Piemonte nel 2022, ci sono stati 50 infortuni mortali, mentre al 31 luglio 2023 erano già 42 le persone decedute sul posto di lavoro.

Uno dei problemi più evidenti da superare è quello della carenza di personale, per pensionamenti e trasferimenti dei medici del lavoro e dei tecnici della prevenzione. In Piemonte esiste una sola scuola di specializzazione per i medici del lavoro.

Nel Biellese è emblematica l’impronta data dalle microimprese, che sono il 95% del totale, ed è soprattutto in questi limitati contesti lavorativi che si fa fatica a diffondere la cultura della prevenzione.

Nel Cuneese sono soprattutto le aziende agricole esposte al forte rischio di incidenti. Nel corso dell’audizione si è fatto cenno anche alle malattie professionali (apparato respiratorio, sovraccarico dell’apparato muscolo-scheletrico, infortuni nel contesto scuola-lavoro).

Da parte dell’Inail c’è stato il forte richiamo agli investimenti per la sicurezza, che passa anche dalla collaborazione tra tutti i soggetti e lo scambio dei dati tra enti diversi. Il capo dell’Ispettorato territoriale del lavoro per il Piemonte Sud (Cuneo, Asti e Alessandria) ha sottolineato che nell’area di sua competenza quest’anno sono state effettuate 564 ispezioni, accertando 1.059 violazioni.

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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