Piccioni, eterno problema. In città come in campagna. E la partenza del piano di contenimento ‘non cruento’ nel territorio comunale di Alessandria ha risvegliato l’attenzione generale. Infatti, se la problematica dei cinghiali è ormai un fatto evidente, anche nei centri abitati, l’altro fronte aperto, fra le case e nei campi è quello dei piccioni. Fanno grandi danni, secondi solo ai cinghiali.
Il problema è costante, specialmente in concomitanza con la semina. E ogni volta la storia si ripete: la campagna si trasforma in una “terra di nessuno”, dove centinaia di volatili fanno razzia di sementi e recano gravi danni alle produzioni, e nel contempo infestano i centri abitati, sporcano auto e monumenti, intasano i tetti e ostruiscono i canali di gronda. Per cui è necessario ricorrere al contenimento pianificato per riportare il numero di questi volatili ad un numero più proporzionato con l’ambiente. Ma come?

I danni sono ingenti, quantificati a livello regionale, tra agricoltura e allevamento, in circa 5 milioni di euro all’anno. A ciò si aggiunge la distruzione di colture, la contaminazione di mangimi e il rischio di trasmissione di malattie al bestiame e all’uomo. Per l’allevamento i danni sono ancora maggiori. Il piccione rappresenta, infatti, una fonte di trasmissioni di patologie gastrointestinali nel bestiame di stalla. Ogni mattina i piccioni calano dalle tettoie per beccare il mangime e per bere dagli abbeveratoi, defecando sugli alimenti che vengono ingeriti dalle mucche.
La crescita dei piccioni causa seri danni al patrimonio storico e artistico: il loro guano costituisce un pericolo per la trasmissione di patologie all’uomo, attraverso la zecca molle (Argas reflexus), un parassita che può attaccare le persone che vivono in prossimità dei nidi. Il piccione è un problema diretto, per il saccheggio di semine e raccolti, e indiretto, per la contaminazione di cereali stoccati e foraggi animali. Le stesse patologie di cui è portatore, possono attaccare anche gli allevamenti.

LE SOLUZIONI – Spiega il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco: “Il piccione è una specie che non può essere gestita dai singoli comuni. Serve un piano coordinato provinciale. Un problema che abbiamo portato all’attenzione nel recente incontro con il presidente della Provincia di Alessandria, ribadendo l’importanza di diminuire il numero di piccioni a livello compatibile con l’agricoltura e la sicurezza sanitaria”.
Per il direttore Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco, bisogna frenare la proliferazione di queste specie: “Abbiamo bisogno di strumenti normativi più efficaci, perché se in un campo gli animali mangiano tutto, l’imprenditore perde tutto quello che ha investito, dalla semina, alle ore di lavoro per finire con un mancato reddito a fine stagione”.

Siamo alle solite. Tutti si lamentano, tutti chiedono, nessuno agisce. I piccioni si moltiplicano e gli umani fanno riunioni intorno ai tavoli. Come per i cinghiali. La società moderna vuole curare i tumori con l’aspirina, ma non si guarisce. E c’è sempre qualcuno che dà loro da mangiare dicendo “poverini”… A posto siamo.
