Tumore al seno: due tecniche di anestesia a confronto

Uno studio per valutare l’impatto dell’anestesia locale sul dolore post-chirurgico

Avviato dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria uno studio che vede l’Anestesia e la Senologia Chirurgica alleate per accrescere le conoscenze sull’uso dell’anestesia locoregionale durante gli interventi di tumore al seno.

Lo studio che coinvolgerà diversi ospedali italiani intende infatti confrontare la migliore procedura standard attualmente vigente e riconosciuta, praticata anche all’Ospedale di Alessandria, con un approccio anestesiologico sperimentale, con il fine di valutare i punti di forza e di debolezza di entrambi a favore del benessere della paziente. Preceduta da una valutazione eseguita attraverso la guida ecografica che permette di evitare i vasi e i polmoni, la procedura standard prevede l’inserimento tra i piani muscolari del petto di un anestetico che interviene sui nervi coinvolti nell’insorgenza del dolore. “Il confronto viene fatto con una tecnica di recente scoperta – spiega Mirco Leo, Dirigente Medico di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Alessandria, nonché sperimentatore principale (Principal Investigator) dello studio – che ha già mostrato la sua efficacia, il cui approccio prevede l’iniezione di anestetico sotto i muscoli della schiena irradiando i nervi che si trovano all’uscita del midollo, responsabili del trasporto del dolore proprio nella zona interessata dall’intervento di chirurgia al seno. Rispetto alla procedura standard, quindi, si agisce dalla schiena e non dal torace. Avere a disposizione più tecniche di anestesia locoregionale ci consentirebbe non solo di estenderne l’utilizzo alla quasi totalità delle pazienti, ma anche di scegliere la più appropriata sulla base dell’individualità della paziente stessa”. In un’ottica di percorso di cura ciò è estremamente importante: risveglio anticipato della paziente, una riduzione di effetti post-anestesia come la nausea e la costipazione, nonché una riduzione dei costi e dei tempi di ospedalizzazione sono solo alcuni dei benefici che se ne possono trarre. Influisce positivamente inoltre sia sulla buona e più rapida ripresa delle pazienti sia sulle loro paure: “Soprattutto per le donne più anziane, le maggiori ansie sono legate proprio all’addormentamento totale e al risveglio. – afferma il Responsabile della Senologia Chirurgica Carlo Vecchio – Quanto più le pazienti sono fragili, tanto più trovano giovamento dall’utilizzo di queste tecniche che comportano meno rischi grazie proprio alla riduzione della necessità di somministrazione degli anestetici per via generale all’anestesia locale”.

L’analgesia completa è naturalmente garantita e per entrambi i gruppi di pazienti: l’obiettivo dello studio, quindi, non è determinare se la nuova tecnica funziona, ma quale porta a risultati migliori, in quali pazienti, prendendo in considerazione i vari tipi di interventi. “Andiamo a monitorare – aggiunge il Dr. Leo – quanto antidolorifico viene richiesto da ciascuna paziente a seconda dell’approccio utilizzato: ogni donna, infatti, in aggiunta ai farmaci somministrati dai medici del reparto, ha a disposizione una quantità di antidolorifico che può autosomministrarsi a seconda del grado di dolore provato e questo ci permette di confrontare l’impatto delle sue procedure”.

Caratteristica di questo studio è sicuramente la multidisciplinarietà tra le diverse figure coinvolte nel trattamento chirurgico delle pazienti affette da tumore al seno, interessando sia il team anestesiologico diretto dal Dr. Fabrizio Racca, che con il Dr. Leo costituisce il comitato promotore dello studio stesso, sia quello della Senologia Chirurgica, coordinato dal Dr. Vecchio. “Obiettivo finale – concludono – è aggiungere un tassello nuovo alla conoscenza dell’anestesia locale a livello regionale e incrementare sempre di più l’innovazione all’interno della Breast Unit, soprattutto per quanto concerne gli interventi più complessi come la mastectomia con ricostruzione immediata del seno, a vantaggio del benessere delle nostre pazienti”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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