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Si è aperta con la relazione di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, la terza giornata di Cura e Comunità, la festa di Sant’Antonio dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.

Una relazione che ha sottolineato l’importanza dell’ecosistema delle evidenze scientifiche quale strumento per la qualità delle cure: se cresce la qualità delle pubblicazioni scientifiche, migliora la possibilità di produrre linee guida e revisioni sistematiche che sono gli strumenti legati alla traslazione della ricerca nella pratica quotidiana, con un impatto positivo sul paziente. A proposito della ricerca nel periodo Covid, Cartabellotta ha spiegato: “I ricercatori si sono trovati ad avere una grandissima disponibilità di dati in moltissimo tempo, cosa cui non erano abituati. Questo ha portato ad un aumento vertiginoso delle pubblicazioni in tutto l’ecosistema e abbassato la quality of research con la conseguente difficoltà ad effettuare revisioni sistematiche. Inoltre, la disponibilità di articoli pre-print (prima di un efficace azione di controllo da parte delle riviste) ha facilitato la condivisione dei dati, ma ha portato a clamorose ritrattazioni. È emersa la criticità del sistema di raccolta dati complessivo, per questo è necessario uno sforzo per rendere i dati disponibili, pubblici interoperabili e in formato aperto. Il Covid è stato per la scienza uno stress test secondo un articolo di Lancet, per tutte le criticità che ha generato per il sistema. Ma anche un punto di ripartenza: la pandemia ha generato un forte interesse pubblico ed entusiasmo nei confronti della scienza. I progressi a cui abbiamo assistito potrebbero ispirare la prossima generazione di scienziati”.

Ad introdurre il presidente del Gimbe Cartabellotta il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Giacomo Centini, che ha sottolineato il percorso verso l’Irccs e l’impegno di tutti i professionisti per il Covid sia nell’assistenza che nella ricerca. Impegno emerso dalla carrellata dei professionisti aziendali che hanno presentato i paper pubblicati nel 2020: Marta Betti, Mario Salio, Gianfranco Pistis, Gioel Gabrio Secco, Fabrizio Racca, Monia Marchetti, Felici Enrico, Benedetta Ciacchini, Alessio Pini Prato, Maria Cristina Sacchi, Federica Grosso, Roberta Libener, Antonina De Angelis, Tatiana Bolgeo, Francesco Morotti, Mariagrazia Faticato, Maria Chiara Strozzi, Miriam Sabatini, Alessandro Bertuccio, Luca Perrero, Biagio Polla, Marco Ladetto, Andrea Rocchetti.

Al termine delle presentazioni il premio dedicato a Nicola Giorgione, già direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria e tra i primi a credere nel percorso di cambiamento aziendale avviato proprio sotto la sua direzione dieci anni fa. A celebrare la sua memoria Luciano Bernini,  Francesco Arena e Angelo Molinari, amici e colleghi che con affetto hanno ricordato la sua figura umana e professionale, come ha sottolineato Bernini: “Ho conosciuto Giorgione tanti anni fa e per me è stato un po’ fratello, un po’ padre, sempre una figura di riferimento con cui confrontarsi. Sono lieto che l’Azienda Ospedaliera di Alessandria abbia scelto di onorare la sua figura con questo premio dedicato alla ricerca: un percorso avviato insieme anni fa e che continua oggi con risultati di grandissima soddisfazione”.

Vincitore del premio è risultato il lavoro “Tumour treating Fields in combination with pemetrexed and cisplatin as first-line treatment for unresectable malignant pleural mesothelioma (STELLAR): a multicenter, single-arm phase 2 trial” pubblicato su Lancet Oncology da Federica Grosso. Il premio è inoltre sostenuto da “Solidal per la ricerca”: i mille euro potranno essere utilizzati come indicato nel bando, per ulteriori attività di ricerca.

Per il premio della ricerca infermieristica dedicato a Maria Rosa Monaco, Lorella Gambarini, direttrice DIPSA, ne ha ricordato la figura: “La signorina Monaco sarebbe lieta di questo premio. Chiedeva a tutte noi di lavorare in modo efficace, credeva nella formazione, ci esortava a migliorare nell’organizzazione e ci spronava ad usare la massima interazione con il paziente”.

Il risultato del premio è un pari merito: due gruppi di lavoro hanno ottenuto lo stesso punteggio dalla commissione e a ciascuno saranno assegnati cinquecento euro. I vincitori sono il gruppo di ricerca composto da Pesce Anna Rita, Oddone Elena, Palmisano Francesca, Platti Silvia, Bennati Lorenza con il progetto “Ruolo dell’infermiere con competenze avanzate nella gestione di un nuovo schema dietetico “dieta di svezzamento” per la riduzione del sintomo diarrea nel paziente sottoposto a trapianto allogenico affetto da GvHD intestinale”. L’altro lavoro risultato vincitore è il “Progetto “HEARTS-IN-DYADS”: valutazione del Self Care nella diade dei pazienti affetti da coronaropatia ischemica di Niccolò Simonelli.

 

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"