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Eseguita la prima ablazione ventricolare su paziente pediatrico con una procedura senza raggi X

 

Il ragazzino, dopo essere stato sottoposto alcune settimane fa a due ore di intervento con un’innovativa procedura di ablazione senza raggi X, sta bene ed è tornato ad avere l’energia tipica di un dodicenne.

Il piccolo paziente, già da due anni seguito dall’equipe della Pediatria dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria in collaborazione con la Cardiologia dell’adulto, era infatti affetto da extrasistolia ventricolare, ovvero un’alterazione del ritmo cardiaco che gli provocava una profonda stanchezza, tanto da limitare non solo la sua attività sportiva ma spesso anche le azioni quotidiane, facendo così vivere al ragazzino questa sua condizione come una vera e propria disabilità.

La causa di sintomi così debilitanti – spiega il Dr. Gianfranco Pistis, Direttore della Cardiologia – era legata al fatto che il paziente presentava l’aritmia in forma frequentemente bigemina, in altre parole alternava un battito “normale” a uno “sbagliato” e questo portava a un dimezzamento della frequenza cardiaca efficace: pensate a un cuore che presenta una frequenza di 80 battiti per minuto ma in pratica produce una pulsazione efficace di soli 40 battiti, sufficiente a malapena per camminare”.

Una volta eseguiti gli accertamenti di base ed escluso che l’extrasistolia fosse associata a cardiopatie più complesse, i professionisti aziendali hanno tentato un approccio farmacologico e non invasivo, sia per procrastinare l’eventuale intervento e renderlo meno rischioso grazie alla crescita del ragazzo e del suo cuore sia per non escludere la possibilità che il problema andasse a scomparire con l’avanzare dell’età. Purtroppo però i farmaci non hanno avuto l’effetto sperato e addirittura hanno provocato effetti collaterali. Si è reso quindi necessario intervenire con la ablazione: “In pratica, attraverso una vena o un’arteria della gamba si introduce e si fa scorrere uno speciale catetere fino al cuore – prosegue il Dr. Pistis – eseguendo così un vero e proprio mappaggio dell’attività elettrica del cuore che permette di identificare l’area che genera le aritmie. A questo punto con lo stesso elettrocatetere è possibile “bruciare” le cellule impazzite e renderle silenti e innocue”.

Una procedura sicuramente complessa di per sé poiché in questo caso la bruciatura riguarda i ventricoli, ma il rischio di provocare lesioni e perforazioni è maggiore rispetto all’adulto per le difficoltà tecniche dovute alle dimensioni ridotte del cuore di un ragazzino di 12 anni Inoltre si è scelto di intervenire con una “procedura a raggi zero”, evitando così al paziente l’esposizione radiologica. “Normalmente i cateteri vengono visualizzati attraverso i raggi X – chiarisce la Dr.ssa Alice Scopinaro, Dirigente Medico di Cardiologia esperta in questa tipologia di ablazioni e infatti prima operatrice dell’intervento – ma abbiamo introdotto nel nostro laboratorio dei sistemi di mappaggio in grado di ricostruire il cuore senza l’uso dei raggi e di identificare quindi la posizione del catetere riducendo l’esposizione radiologica a qualche secondo o addirittura azzerandola, come nel caso del nostro piccolo paziente, rispetto ai minuti o addirittura un’ora della normale procedura. Questo ci ha permesso di evitare al ragazzino potenziali rischi legati all’esposizione ai raggi di alcune ghiandole nella fase della crescita”.

Un grande successo per l’Ospedale di Alessandria, ottenuto anche grazie al lavoro multidisciplinare con la Pediatria, diretta dal Dr. Enrico Felici e in particolare con il team della Cardiologia Pediatrica guidato dalla Dr.ssa Francesca Cairello. Ma il successo è stato doppio perché non solo si è trattato della prima ablazione su un paziente pediatrico con aritmia originata a livello dei ventricoli, ma anche perché la completa preservazione dai raggi X è servita non solo per il bambino ma anche per l’operatrice che, pur essendo in stato di gravidanza, ha potuto effettuare l’intervento in totale sicurezza. Le attività della Cardiologia e della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera, così come quelle dell’Infantile, non si sono mai fermate.

Il ragazzino, ora dimesso, si è svegliato senza più alcuna aritmia e non necessita nemmeno di terapie a domicilio. È quindi tornato a vivere la spensieratezza della sua età con tutta l’energia necessaria.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"