Continuano gli appuntamenti della nuova stagione culturale al TEATRO MAGGIORE di VERBANIA, dopo il successo di quella da poco conclusa, tra musicadanzaprosacomicità italianamusical e un omaggio a Dante Alighieri.

A poche settimane dalla riapertura totale di cinema e teatri, la “città giardino sul Lago Maggiore” torna ad essere luogo di condivisione di emozioni, dove poter tornare a ritrovarsi in platea, assistendo fisicamente agli spettacoli nel pieno rispetto delle normative attualmente in vigore.

Il nuovo appuntamento di un ricchissimo calendario è previsto per sabato 5 febbraio (ore 21.00) con la danza contemporanea della MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY e lo spettacolo diviso in due parti GERSHWIN SUITE/SCHUBERT FRAMES.

PRIMA PARTE – SCHUBERT FRAMES

Alla musica straordinaria di Franz Schubert, il coreografo Enrico Morelli ha voluto affidare questo lavoro: nessuno meglio del compositore viennese ha saputo interpretare i sentimenti contrastanti d’amore, la tensione, la malinconia, il rimpianto, ma anche la speranzaUn collage di celeberrimi brani di Schubert, estratti da veri e propri capolavori di infinita bellezza – composti due secoli fa, stupiscono ancora oggi per la loro grande attualità – fanno da colonna sonora a questo lavoro dedicato alle molte anime dell’uomo contemporaneo, dove l’amore lascia il posto al disinganno, il distacco alla condivisione, la passione al timore, e viceversa, in un andare e venire fra crescendo e diminuendo, a rivelare interi universi e legami segreti.

La coreografia non ha alcuna pretesa o ambizione descrittiva, vive dell’unica ricchezza determinata dall’ispirazione musicale: Schubert Frames è un racconto astratto di solitudini e anime affini, in un’epoca come la nostra, stanca, torbida, disincantata, tormentata da un malessere che si respira nell’aria, ma anche ansiosamente alla ricerca di un senso e di una speranza di felicità. Un lavoro denso di immagini poetiche, che diventano tutt’uno con la musica e ne sposano la ricchezza compositiva legandosi intimamente alla sua inesauribile varietà e a ciò che essa esprime. Sono scene in movimento, in cui ci si sofferma soprattutto sul momento del ritorno, perché la felicità è una casa in cui riandare, magari cambiati, incuranti della velocità accelerata di un presente che rischia di farci rimanere indietro e di un futuro che magari si ha paura di esplorare. Il problema non è arrivare, ma tornare. Imparare ogni volta ad amare, di nuovo. Avere il coraggio di riconoscersi fragili, e quindi generosi nella tenerezza.

 

Coreografia: Enrico Morelli

Musica: Franz Schubert

Disegno luci: Cristina Spelti

Costumi: Carlotta Montanari

Interpreti: Emiliana Campo, Dylan Di Nola, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Annalisa Perricone, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa

 

SECONDA PARTE – GERSHWIN SUITE

Nelle note di George Gershwin (1898-1937), musicista tra i più rappresentativi del Novecento, si riflette lo spirito del tempo in cui sono state create, con gli umori e le atmosfere degli Anni Ruggenti. Partendo dai migliori brani del compositore, e dalle suggestioni provenienti dalle opere pittoriche di un altro grande artista americano del ‘900, Edward Hopper (1882-1967), il coreografo Michele Merola ha realizzato Gershwin Suite, la cui colonna sonora antologizza le più accattivanti pagine dell’autore, come, tra le altre, Summertime, che sigla lo spettacolo e ricorre in più momenti e in diverse versioni, e Rhapsody in Blue.

Ma non sono solo le musiche lussureggianti e vivaci ad attrarre il coreografo: Merola sceglie la musica di Gershwin nelle sue varie sfaccettature, non solo quindi i brani più euforici e brillanti, ma anche quelli più romantici e intimi, sensuali e seducenti. Salda il tutto una nuova composizione di Stefano Corrias, un tappeto musicale che conferisce unità al ricco mosaico di sentori, ora traboccanti dinamismo, ora pienamente lirici, sospesi nel ripensamento e addensati nella malinconia. Altro apporto autoriale alla realizzazione dello spettacolo è stato dato da Cristina Spelti, che ha ideato il disegno delle luci e le scenografie, e firma il concept insieme a Merola. Alcune scene traggono dunque ispirazione dal collegamento tra i diversi brani del compositore e vari quadri – come New York Movie, Soir Bleu, Summer in the City, People in the sun – di Edward Hopper, pittore che, grazie al suo realismo e al suo modus operandi per “inquadrature”, è considerato un artista molto vicino al mondo della fotografia e del cinema, capace di rappresentare in maniera poetica ed evocativa momenti anche umili e semplici di vita quotidiana.

Sono stato attratto – dice il coreografo – dalla capacità del pittore di costruire atmosfere e sfumature che tratteggiano risvolti e segreti della condizione umana. La regia delle immagini danzate e l’allestimento delle scene creano personaggi e situazioni non determinate una volta per tutte, ma aperte a diversi finali e soluzioni”. Ispirati direttamente ai quadri di Hopper, sfilano l’intimità dei passi a due e degli assoli, a cui si aggiungono le scene di insieme, dove voglia di vivere e riscatto dal quotidiano prendono il sopravvento. In scena tanta varietà assume i modi di un set cinematografico, grazie anche ad una scenografia che cambia in continuazione, proprio come in un set, e ad una coreografia che tocca più tasti, grazie alla versatilità del coreografo, capace di declinare la propria creatività e il proprio talento al passo con i tempi della contemporaneità.

Coreografia: Michele Merola

Musica: George Gershwin, Stefano Corrias

Disegno luci e ideazione scenografie: Cristina Spelti

Realizzazione scenografie: Alice De Lorenzi

Costumi: Carlotta Montanari

Adattamento musiche e recomposing: Stefano Corrias

Assistente alla coreografia: Paolo Lauri Interpreti: Emiliana Campo, Dylan Di Nola, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Annalisa Perricone, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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