Il caldo può dare alla testa, certamente, e l’astinenza da tabacco anche: ma ieri sera un poliziotto penitenziario è finito in ospedale, ricevendo 15 giorni di prognosi perché un detenuto, a cui era stata negata una richiesta di tabacco, ha spinto il cancello in malo modo chiudendogli la mano in mezzo.
Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, è furibondo mentre spiega l’episodio e va giù pesante: “Gli eroi silenziosi della Penitenziaria pagano le conseguenze dell’attuale sistema carcerario. La politica e le associazioni del settore si preoccupano solo dei ventilatori, dei frigoriferi e delle celle dell’affettività, mentre chi soffre realmente, nelle carceri italiane, sono i poliziotti penitenziari”.
Come dargli torto?

Il sindacalista sollecitare più tecnologia e investimenti per il sistema carcere: “La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione, frutto di anni di politica miope ed improvvisata, che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari senza trovare alternative. Gli OPG devono riaprire, meglio strutturati e organizzati, ma devono essere operativi per contenere questa fascia particolare di detenuti”.

ad alcune polizie locali italiane
Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che giudica la condotta del detenuto gravissima e che spera venga punito severamente, rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici e del miglioramento delle dotazioni difensive: “Nelle carcere italiane abbiamo 30% di detenuti in attesa di giudizio, 30% di extracomunitari e 20% di tossicodipendenti. Ci vogliono strumenti di tutela e garanzia non letali, come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. Senza dimenticare il taser“.

per la Polizia Penitenziaria