L'ingresso del carcere torinese "Lorusso-Cutugno"

Il personale di Polizia Penitenziaria è al limite della sopportazione. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario nazionale del Piemonte, Vicente Santilli.

I fatti di sabato

Li racconta in sintesi il Segretario provinciale SAPPE, Marcello Angelone:Il primo episodio intorno alle 15, quando un detenuto di nazionalità magrebina, dopo aver ricevuto la comunicazione di non poter più svolgere la propria attività lavorativa come “lavorante cucina”, ha distrutto sedie, scrivania, telefoni collocati all’interno della rotonda del 2° piano del Padiglione B del carcere, impossessandosi degli estintori per spruzzare la polvere in tutto il locale. L’uomo è stato poi contenuto grazie all’intervento tempestivo del personale di Polizia”.

Il secondo episodio si è verificato verso le 16, quando un detenuto albanese, al diniego di un cambio di cella, si è reso protagonista di un gesto inconsulto, lanciando un fornellino in una cella inutilizzata. Tale gesto ha provocato un incendio che ha letteralmente distrutto suppellettili e materasso”.
In relazione a questo fatto il sindacalista evidenzia che “i detenuti alla VI Sezione, d in aiuto del detenuto loro connazionale, si sono resi protagonisti di una serie di atti violenti nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria, mettendo a soqquadro la rotonda del 2° piano. I Baschi Azzurri sono riusciti a riportare la calma, l’ordine e la sicurezza nel padiglione. E alcuni sono finiti in ospedale”.

Celle aperte, troppa libertà per i detenuti

La protesta

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, alza il tono della protesta: “La situazione al carcere di Torino è allarmante. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi. Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo, lavora più di 10/12 ore al giorno, ma non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza”.
Poi rincara la dose: “Non è più rinviabile dotare anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. 

Ai secondini serve il taser

Le autorità preposte e la politica faranno orecchie da mercante o daranno corso a fatti concreti? Ai posteri l’ardua sentenza. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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