Lo spreco alimentare in Italia non è uniforme e disegna una vera e propria frattura territoriale. Secondo gli analisti di Ener2Crowd, nel Nord Italia lo spreco domestico medio settimanale pro-capite è di 515,2 grammi (–7% rispetto alla media nazionale), nel Centro scende a 490,6 grammi (–12%), mentre nel Sud sale a 628,6 grammi (+13%). Una differenza che riflette disuguaglianze economiche, infrastrutturali e di accesso ai servizi.
Gli analisti della piattaforma specializzata ESG spiegano che “dove il reddito è più basso e i servizi sono meno efficienti, lo spreco aumenta”, il che sembra un paradosso. Infatti dove c’è di meno, si dovrebbe buttare di meno. In teoria.
Invece è il contrario. Misteri dell’essere umano….
Per il Natale 2025 è previsto però un calo dello spreco alimentare che riguarda tutto il Paese, ma non riduce il divario geografico.
