La Giornata mondiale dei legumi (10 febbraio), istituita dalla FAO, aumenta la consapevolezza dei loro benefici per la salute verso sistemi alimentari sostenibili. I legumi più diffusi sono fagioli, piselli, lenticchie, ceci e fave oltre a cicerchie, lupini e soia. Sul fronte nutrizionale i legumi sono un’ottima fonte di proteine e di fibre alimentari, utili per regolare le funzioni intestinali e per il controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.
I LEGUMI – Contengono di sali minerali, come ferro, calcio, potassio, fosforo e magnesio, vitamine del gruppo B e, quando sono freschi, anche vitamina C. Dal punto di vista ambientale le piante di legumi hanno un importante ruolo nella difesa della fertilità dei suoli grazie alla loro capacità di fissare l’azoto al terreno, riducendo l’uso di concimi chimici e contribuendo alla difesa delle acque e dell’ambiente.

In Italia sono coltivati su 130.000 ettari, superficie ridotta rispetto al passato, e soffrono la pressione del prodotto straniero, spesso a basso costo e di poca qualità. In provincia di Alessandria la produzione è stabile: 7.000 gli ettari coltivati a legumi, per un totale di 190.000 quintali.
Ma le importazioni nazionali di legumi, secondo una proiezione Coldiretti su dati Istat dei primi 10 mesi del 2024, hanno sfiorato le 440.000 tonnellate.

Ciò significa che 3 piatti su 4 di fagioli, lenticchie e ceci, sono stranieri, provenienti da USA, Canada, Messico, Argentina, Russia, dove vengono coltivati e fatti seccare con modalità vietate in Italia o sfruttando il lavoro minorile. Spiega il direttore Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco: “Bisogna arrivare ad etichette con chiare indicazioni di origine, non ancora obbligatorie per i legumi secchi o in scatola. Per non cadere nell’inganno del falso ‘Made in Italy’, è necessario privilegiare legumi che evidenziano l’origine italiana in etichetta, come avviene per DOP e IGP, o che si possono acquistare direttamente dagli agricoltori”.
