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Il Consiglio Comunale di Casale Monferrato ha deliberato a maggioranza (16 favorevoli e 3 contrari) la disponibilità alla candidatura della città al progetto Dtt dell’Enea senza tener minimamente conto delle osservazioni critiche avanzate da Legambiente e dal Comitato di vigilanza sul nucleare, oltre che dal rappresentante di Casale Bene Comune, nel corso della seduta del Consiglio aperta alla cittadinanza.
Le nostre osservazioni vertevano principalmente sui seguenti aspetti:
La macchina radiogena Dtt produce radiazioni. Lo dice l’Enea nella relazione, in inglese, di presentazione del progetto. Questa affermazione non è stata smentita né poteva esserlo se il bando dell’Enea stesso prevede la costruzione di mura di due metri di spessore per contenere le radiazioni;
La macchina radiogena Dtt produce rifiuti radioattivi che rimarranno stoccati per decine e decine di anni nello stesso sito. Anche questa affermazione è avvalorata da quanto scritto nel bando Enea nel quale si prevede un edificio destinato a contenere 3400 m3 di rifiuti radioattivi;
Da quando è stata annunciata la candidatura del Piemonte, con l’indicazione di Casale Monferrato, ad ospitare il Dtt (16 dicembre 2016) non c’è stata nemmeno una iniziativa di informazione nei confronti della cittadinanza né tantomeno l’avvio di qualsivoglia processo partecipativo. L’unica iniziativa pubblica è stata l’assemblea organizzata da Legambiente nel maggio 2017. D’altronde anche il Consiglio comunale stesso è stato convocato solo perché noi l’abbiamo richiesto, così come la Commissione Ambiente di qualche giorno prima. Prima di allora i consiglieri comunali – ma anche quelli regionali – erano stati tenuti, istituzionalmente, all’oscuro di tutta la vicenda;
La fusione nucleare è una tecnologia che da decenni cerca di decollare attingendo in gran parte a risorse pubbliche. In tutti i documenti è scritto che, se tutto andrà bene, la prima forma di energia con questo sistema sarà prodotta nel 2050. A nostro parere sarebbe stato meglio destinare alle fonti di energia rinnovabili i finanziamenti previsti per il Dtt, perché riteniamo che l’obiettivo da raggiungere sia quello del 100% di rinnovabili prima del 2050.
Nella delibera votata nel Consiglio Comunale il 22 gennaio 2018 l’Amministrazione indica pilatescamente due aree disponibili per l’insediamento della macchina radiogena: la fabbrica di via Caduti del Lavoro (ex Gaiero) e l’area industriale PIP 5, senza tener minimamente in conto che l’area di Oltreponte per il PAI è considerata “Area edificata caratterizzata da potenziali problematiche di natura idraulica e/o di stabilità dei pendii nelle quali le condizioni di pericolosità morfologica determinano situazioni di rischio non eliminabili e/o minimizzabili a fronte di fenomeni di dissesto a carattere eccezionale nonostante i possibili interventi di riassetto idrogeologico da realizzare a tutela del patrimonio esistente. A seguito della realizzazione di opere di riassetto territoriale sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico” (classificazione IIIb3). La richiesta dei tre consiglieri di Mdp di stralciare il sito di Oltreponte dalla delibera e di inserire condizioni di sicurezza e controllo partecipato più stringenti è stata bocciata, costringendo i tre consiglieri a votare contro la delibera.
La nostra azione comunque non si ferma qui. Proseguiremo, nelle prossime settimane, nel nostro impegno teso a informare la cittadinanza, producendo ulteriore documentazione relativa al DTT e alla fusione nucleare e organizzando incontri pubblici sulla politica energetica nazionale (SEN). Il “Consiglio Comunale aperto” da noi richiesto è stato condotto in modo tale da non consentirci di esprimere le nostre osservazioni. Troveremo altri modi per farlo.

Legambiente Casale Monferrato, Legambiente del Vercellese, Legambiente Ovadese e Valle Stura, Legambiente Val Lemme, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Comitato di Vigilanza sul Nucleare, Pro Natura Vercelli