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L’agricoltura è la sostanza del paesaggio. La frase, detta dall’architetto paesaggista Darko Pandakovic in apertura della sua relazione al convegno “Nocciola in Monferrato. Tonda, gentile, … vincente” riassume il cambiamento epocale che da qualche decennio stanno vivendo le colline del Monferrato, dove i vigneti stanno lasciando il posto a rigogliosi noccioleti.
L’incontro si è svolto oggi nella sede dell’Associazione Cultura & Sviluppo: i relatori che si sono alternati hanno fornito un’importante e dettagliata panoramica del settore sia dal punto di vista agricolo, che tecnico e industriale.
“Come tutte le altre specie da frutto anche il nocciolo andrebbe potato. – ha affermato il professor Alessandro Roversi dell’università Sacro Cuore di Piacenza – Il noccioleto non è mai o quasi mai fatto oggetto di vere e proprie operazioni di potatura. Abitualmente, infatti, si provvede alla spollonatura, all’eliminazione di rami e branchette morte od esaurite, al diradamento delle pertiche troppo vecchie o all’eliminazione di quelle colpite da Agrilo. Le indagini sperimentali sulla concimazione del nocciolo, sono rare, frammentarie e condotte in ben determinati ambienti e cultivar, e quindi l’applicazione pratica dei loro risultati si presenta piuttosto problematica”.
E per quanto riguarda la concimazione?
“Un aiuto – ha aggiunto Roversi – alla concimazione del nocciolo sarebbe quello di conoscere quanto “mangia” la pianta, ossia i consumi annuali di elementi minerali per produrre una certa quantità di nocciole”.
La filiera della nocciola è una filiera agroindustriale. Così ha sottolineato Alberto Pansecchi, agronomo Coldiretti il quale ha puntato l’attenzione sul fatto che “l’80% della produzione è destinata alla preparazione industriale, il 15% alla pasticceria e gelati e il 5% al consumo diretto. La Tonda Gentile Trilobata, la varietà coltivata in Piemonte, risulta essere internazionalmente riconosciuta quale la migliore dal punto di vista organolettico. Il Piemonte è l’unica regione produttiva che annovera un’unica varietà e la produzione media della Tonda Gentile Trilobata risulta, in zone collinari vocate, attestarsi attorno a 1,5 tonnellate per ettaro”.
Inoltre, una caratteristica importante, strettamente legata al genotipo della Tonda Gentile Trilobata, è la precocità della raccolta che ha normalmente inizio nella prima decade di agosto e termina entro la prima decade di settembre. Valore aggiunto della Tonda Gentile Trilobata, è costituito dalla facilità di “pelare” a seguito di tostatura; questa caratteristica non è presente, allo stesso livello, nelle altre varietà.
Al “Tavolo di filiera della frutta in guscio”, suddiviso nelle sezioni nocciole, castagne, mandorle, noci, pistacchi e carrube dedicato la sua relazione Alberto Manzo, agronomo del Mipaaf, il quale ha ribadito l’importanza dell’ “Osservatorio nazionale dei prezzi e dei dati statistici di settore che consente il monitoraggio continuo delle condizioni di mercato nonché la possibilità che il medesimo Organismo possa diventare un forum permanente per le problematiche del settore senza dimenticare l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto anche sui trasformati e derivati, a tutela della qualità delle nostre nocciole, la valorizzazione e promozione della nocciola italiana e dei suoi territori di produzione, attraverso iniziative di comunicazione del prodotto/territorio mirate a livello nazionale ed internazionale e l’individuazione di linee di ricerca prioritarie nell’ambito della difesa, della meccanizzazione, delle fonti rinnovabili, delle tecniche colturali, delle scelte varietali e del miglioramento genetico. Dal 2011 ad oggi il Mipaaf ha stanziato in Piemonte 2.418.000 euro per quattro progetti finanziati grazie al bando dedicato al settore corilicolo”.
Limitare gli effetti negativi indotti dal contesto sfavorevole di mercato e di valorizzare le specificità e le vocazioni di ciascun territorio. Di questo ha parlato Barbara Pancino, ricercatrice di Economia Applicata dell’Università della Tuscia sottolineando come “la quasi totalità della produzione italiana di nocciole è localizzata in specifiche aree, nella maggior parte delle quali è stato raggiunto un elevatissimo livello di specializzazione produttiva. La concentrazione della produzione di nocciole in aree ben circoscritte è il risultato del manifestarsi di due elementi: la presenza di un territorio naturalmente vocato e l’esistenza di un particolare ambiente socio-economico nel quale si integrano conoscenze tecniche, strutture commerciali e relazioni sociali”.
Il riconoscimento dell’Unesco, un grande valore per il territorio del Monferrato, – ha aggiunto l’architetto Pandakovic – “grazie al quale è possibile privilegiare ancora di più la dimensione percettiva, morfologica, spaziale e architettonica dove poter prendere in le complesse relazioni tra uomo e ambiente terrestre: gli aspetti psicologici dell’esperienza del paesaggio, i contenuti storici, i valori artistici, la ricchezza espressiva della natura, i diversi livelli di analisi, pianificazione, progetto e gestione dove i noccioleti rappresentano una sfida importante in cui è doveroso credere”.
A conferma dell’importanza che il settore corilicolo riveste nella provincia alessandrina l’impegno della Camera di Commercio che ha varato un progetto pluriennale per la valorizzazione della Tonda Gentile come ha sottolineato Giuseppe Concaro direttore del Cadir Lab: “Si sta lavorando alla mappatura del territorio per arrivare ai caratteri distintivi del prodotto”.
A chiudere i lavori il direttore della Coldiretti di Alessandria, Simone Moroni, che ha ribadito la valida opportunità per il territorio provinciale rappresentato dalla corilicoltura in particolare, e dalla frutta in guscio in generale, soprattutto pensando anche alle nuove generazioni.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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