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Non c’è pace per gli agricoltori, sotto assedio da parte di cinghiali e caprioli che senza sosta imperversano in molte aree del territorio alessandrino arrecando danni e compromettendo al 100% redditi e bilanci delle aziende.

Una situazione resa ancora più complicata dall’eccezionale siccità di questa stagione che ha spinto gli ungulati, e la fauna selvatica in generale, a spostamenti superiori alla normalità, per cui interi branchi, soprattutto nel periodo notturno, si spostano, distruggendo completamente le coltivazioni.

“Non siamo per l’eradicamento ma per il contenimento. Questo è importante sottolinearlo ma è necessario intervenire tempestivamente, ormai il limite è stato superato. – ha affermato il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – Durante la riunione che si è svolta ieri abbiamo apprezzato la disponibilità della Provincia a trovare soluzioni per riportare un equilibrio sul territorio: come Coldiretti abbiamo chiesto alle istituzioni azioni di contenimento tempestive ed efficaci. Non chiediamo risarcimenti, non vogliamo danni. Un impegno concreto al fine di risarcire le imprese rispettando i tempi previsti dalla Legge 157 e cioè entro 180 giorni dal momento della perizia tecnica”.

Ciò deve avvenire in tutti gli istituti faunistici partendo in primis dalle Z.R.C. gestite dalla Provincia che oggi risarcisce i danni mediamente oltre i 1000 giorni, agli ATC che vedono un lasso di tempo inferiore ma, comunque sempre con una media di 500 giorni e alcune aziende faunistiche dove i gestori sono sempre molto restii a corrispondere i danni.

“Una vera e propria calamità, di fronte alla quale gli agricoltori non hanno mezzi per difendersi: sono gravissimi i danni che gli attacchi degli ungulati arrecano alle coltivazioni e ai terreni, scavando buche e solchi come aratri, devastando tutto ciò che incontrano al loro passaggio. – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Leandro Grazioli – Neppure le recinzioni elettriche resistono all’imperversare di questi animali. Se il fenomeno non viene arginato in breve tempo, le imprese rischiano di compromettere non solo il raccolto di quest’anno, ma di subire ripercussioni gravissime nell’ambito delle filiere d’eccellenza del nostro territorio”.

E’ assolutamente prioritario individuare azioni di contenimento adeguate alla gravità del problema.