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Il Decreto Sostegno si spera dovrebbe arrivare entro questa settimana, cosi si è espresso alla Camera il 3 marzo il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Naturalmente ogni volta che si parla dell’emanazione di un nuovo Decreto Legge si rincorrono e si cercano di scoprire le novità sul contenuto del  testo che sta prendendo corpo: una cosa è certa dovrebbe includere tutte quelle misure che erano già attese e previste per la fine di gennaio con l’emanazione del Decreto Ristori 5.

Sono previste alcune conferme ma ci sono anche alcune modifiche rispetto alle anticipazioni fornite ai ministri che erano in carica.

Infatti proprio nel frangente e nel lasso di tempo in cui avrebbe dovuto essere emanato il dl Ristori 5, è iniziata ed entrare nel vivo la crisi politica, che è stata ufficializzata il 26 gennaio dall’ex premier Giuseppe Conte; i tempi per la soluzione della stessa sono diventati più lunghi, e il nuovo governo ha cambiato fisionomia in maniera abbastanza evidente, ma restano e sono rimaste sul tappeto una lista di priorità sul fronte del Fisco e del Lavoro che ormai data la situazione che peggiora di giorno in giorno sono diventate più urgenti e attuali che mai.

Questo nuovo provvedimento emergenziale si fonda sull’ultimo scostamento di bilancio approvato pari a 32 miliardi di euro ed ha in via principale lo scopo di intervenire proprio su alcuni strumenti chiave che sono quelli dei provvedimenti adottati fino ad oggi dal ex premier Conte, dunque già utilizzati da un anno a questa parte, e che riguardano temi caldi come la cassa integrazione, un meccanismo di ristori, la sospensione dell’attività di riscossione.

Il testo ufficiale di questo Decreto Legge ancora non c’è. Però da alcuni giorni è iniziato un tam tam molto acceso ,e si pensa  che dalle ultime indiscrezioni è già possibile tracciare delle  grandi linee di intervento o macro aree e dunque cercare o tentare di prevedere le possibili misure che verranno messe in campo dal governo Draghi e delineare una ipotetica platea di potenziali beneficiari.

Tra le novità più attese del testo del Decreto Sostegno e di cui si parla con insistenza è la concessione di un contributo a fondo perduto e dunque potrebbe essere in arrivo sicuramente il nuovo meccanismo di accesso per ottenere tale importante aiuto o ristoro che dir si voglia.

Sembra confermato il riferimento e dunque l’eliminazione al riferimento dei codici Ateco, che è il codice che identifica l’attività principale svolta dal contribuente, e che è stato oggetto fino ad oggi di tante ed aspre critiche.

Le risorse economiche di questa prima linea di intervento sarebbero indirizzate a una platea di circa 2,7 milioni di contribuenti, che sono divise tra imprese e professionisti, con fatturato fino a 5 milioni.

Il requisito su cui si fonda la richiesta del contributo e dunque per l’accesso si presume sia lo stesso delle precedenti tornate di aiuti ma con una modifica sul periodo di calcolo. Infatti si parla di un via libera ai ristori in caso di riduzione di fatturato di almeno il 33 per cento emergente dal confronto della media mensile del fatturato del bimestre gennaio febbraio del 2019 con quello del 2020.

Però stando alle ultimissime indiscrezioni, sembrerebbe che il confronto potrebbe essere anche più stringente con un calcolo della differenza tra gennaio e febbraio 2021 e non 2020 dunque, e gennaio  febbraio 2019. Praticamente nel merito in questo modo, viene meno l’obiettivo di ristorare le partite IVA per le perdite del primo anno di pandemia.

 

Nella sua audizione il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, il 3 marzo, ha parlato alla Camera delle novità in arrivo:

“Il provvedimento è ispirato a una radicale semplificazione delle attuali procedure, superando lo schema normativo improntato sulla base dei codici Ateco e favorendo l’automatismo dell’erogazione in tutti i casi in cui ciò risulta possibile, eventualmente, prevedendo, anche in modo opzionale, la possibilità di compensazione in sede di dichiarazione F24. In tale quadro, verrà dedicata particolare attenzione ai professionisti e, più in generale, ai titolari di partite IVA che, in passato, hanno fortemente risentito delle modalità di calcolo e di corresponsione dei benefici, con forte limitazione dell’effettiva e immediata fruibilità, garantendo il necessario sostegno a tutte le categorie che hanno effettivamente risentito della crisi”.

Dunque come si è detto il termometro per la fruibilità della richiesta del contributo a fondo perduto è la diminuzione del fatturato e anche l’entità dello stesso (fatturato)

I primi valori emersi sono i seguenti.

 

Percentuali        Fatturato annuo

30 per cento della riduzione per imprese e professionisti fino a 100 mila euro

25 per cento      oltre 100 mila e fino a 400 mila euro

20 per cento      oltre 400 mila e fino a 1 milione euro

15 per cento      oltre 1 milione fino a 5 milioni di euro

Ma anche su questo punto si sta facendo largo l’ipotesi di un aiuto più ristretto con percentuali più basse.

È inoltre in valutazione un indennizzo anche per i soggetti IVA neo costituiti.

Le modalità di erogazione con molta probabilità ricalcheranno quanto già avvenuto con i precedenti ristori.

Dunque si deve fare una domanda e probabilmente come nelle precedenti tornate le risorse saranno gestite dall’Agenzia delle Entrate, che rilascerà una ricevuta per l’avvenuto e corretto invio della stessa. Ma su questo come su tutti gli altri dettagli la conferma arriverà solo con il testo ufficiale del Decreto Sostegno.

Stando alle ultime indiscrezioni risulta, infatti, che verrà affidata la predisposizione di una piattaforma dedicata alla Sogei, braccio informatico del MeF e delle agenzie fiscali, la quale avrà un mese di tempo dalla emanazione del Decreto per renderla operativa, questo per consentire l’erogazione dei primi indennizzi così da poter procedere ai pagamenti entro la fine di aprile.

Per la filiera Neve, cioè il comparto degli operatori e società che gestiscono le stazioni sciistiche ,che è stato colpito duramente dalle restrizioni e che di fatto  non ha mai visto partire la stagione sciistica con perdite veramente consistenti è stato, poi, ipotizzato uno stanziamento addizionale di 600 milioni che saranno gestiti dalla conferenza stato regioni per garantire contributi a fondo perduto aggiuntivi, che si sommano alle misure previste in generale per imprese e professionisti dei diversi settori.

Ma cosa prevede il Decreto Sostegno, sul lavoro, sulla riscossione e sul fronte salute per l’emergenza sanitaria?

Partendo dal tema che è uno dei più caldi cioè quello del lavoro, poi, sono due le principali novità:

 

sembrerebbe che ci sarebbe all’orizzonte una conferma della cassa integrazione per coronavirus per tutto l’anno, quindi fino alla fine del 2021, attualmente è accessibile fino al 31 marzo 2021 (30 giugno solo per CIG in deroga e assegno ordinario), ma anche su questo punto si attende l’uscita del decreto nella sua definizione finale del testo potrebbe arrivare un freno con una proroga di qualche mese indiscriminata e un accesso selettivo da luglio in poi.

Viene confermato il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno 2021, attualmente la scadenza è sempre fissata al 31 marzo 2021, dunque un allungamento della copertura di soli tre mesi.

Mentre invece sul tema della riscossione, invece, sembra che il testo del Decreto Sostegno voglia mettere mano al portafoglio dell’Agenzia della Riscossione che attualmente contiene oltre 130 milioni di cartelle, dunque come si può immaginare un mare di cartelle il cui invio dopo la proroga, sta’ per ripartire salvo un altro eventuale stop contenuto proprio nel decreto sostegno.

Il decreto in cantiere dovrebbe prevedere lo stralcio di quelle cartelle che hanno un importo massimo di 5.000 euro, comprensivo di sanzione e interessi per debiti a Ruolo nell’arco temporale che va’ dall’anno 2000 al 2015. In totale sono 60 milioni cioè quasi la metà del totale.

Nel nuovo provvedimento ci sarebbero anche altre due novità su questo fronte:

1)sospensione dell’invio di nuove cartelle fino al 30 aprile 2021, data attuale di fine dello stato di emergenza e di cui giornali e mass media hanno già dato notizia nei giorni scorsi.

2)proroga per il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio sempre al 30 aprile, annunciata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con il comunicato stampa del 27 febbraio, sul punto potrebbe esserci anche un’apertura più ampia con scadenze rimandate in estate. Ma è ancora tutto da stabilire.

E inoltre, potrebbe essere inserita anche una nuova misura per le partite IVA che hanno avuto perdita dei ricavi almeno del 33 per cento: la possibilità di accedere a una definizione agevolata delle somme dovute in seguito ad avvisi bonari che riguardano il 2017 e il 2018.

Sono previsti, inoltre, aiuti aggiuntivi pari a 2 miliardi di finanziamento per favorire tutte le fasi della campagna vaccinale: dall’acquisto alla somministrazione con il coinvolgimento, in base anche all’accordo firmato, nell’ultimo step, anche dei medici di famiglia e farmacisti.

Naturalmente bisogna fare alcune considerazioni importanti. Sui ristori così come sui vaccini e su tutte le altre misure attese, siamo ancora nel campo delle ipotesi. Questo per non creare illusioni che poi non hanno un riscontro vero ed effettivo. Per sapere quali saranno effettivamente le novità bisognerà attendere il testo ufficiale del Decreto Sostegno, che ripetiamo dovrebbe vedere la luce questa settimana.

Ma nel frattempo sul tema dei ristori emergono alcune considerazioni. Sarebbe utile riservare uno spazio del Decreto Sostegno anche per questioni che, al momento, non sembrano averne.

Qualche esempio? Per citarne alcuni la definizione di quelle posizioni riguardanti i destinatari dei precedenti Ristori, di cui al momento non si sa nulla, che hanno visto la loro pratica rifiutata in prima battuta e poi accolta dopo l’esame delle istanze di autotutela presentate dagli stessi. Inoltre a questo si aggiunge ancora l’attuazione e/o la possibilità dei ristori rivolti anche agli esercenti nei centri commerciali.

Altro punto critico è il requisito chiave del calo del fatturato pari al 33 per cento che, di fatto, per uno 0,01 per cento in più o in meno può determinare l’inclusione o l’esclusione dalla platea di beneficiari.

 

Potrebbe essere interessante creare una fascia intermedia per chi ha subito una flessione più lieve magari tra 10 /15 per cento ed il 33 per cento.

 

In questi casi a questi soggetti che senza tale fascia non avrebbero alcun ristoro, si potrebbe garantire cioè dare un sostegno in misura minore, magari pari ad esempio al 50 per cento del contributo attribuito in caso di rispetto pieno del requisito (calo del 33 per cento) agli altri che hanno rispettato il range previsto dalla norma di legge, valutando anche di ridurre gli importi per restare nei limiti dei fondi previsti per i ristori.

 

Certo si ridurrebbero gli importi ma sarebbe una scelta di maggiore equità, perché in questo modo si accontenta una platea più vasta di operatori e partite iva. Ma il farlo o meno spetta, sicuramente, alla politica, cioè al nuovo esecutivo che è chiamato ad affrontare e tentare di risolvere questa crisi, e farci uscire attraverso le misure adottate nel più breve tempo possibile da questa situazioni di limbo e stagnazione in cui ci troviamo.

Staremo a vedere che succederà.

Michele Minardi

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"