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“Il rinvio è il primo risultato di una rivolta popolare contro un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia che ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 14 regioni, 1973 comuni e 69 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine”.

E’ quanto afferma il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla scelta doverosa di far slittare in Senato la ratifica del trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) sotto il pressing di un’inedita ed importante alleanza tra diverse organizzazioni Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch.

“Per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – in un trattato internazionale, la pirateria alimentare, a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai prosciutti di Parma e San Daniele, ma sarà anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno sul mercato canadese, ma è soprattutto un pericoloso precedente nei negoziati con altri Paesi anche emergenti che sono autorizzati così a chiedere medesime concessioni”.

Sono già 112 i Comuni della provincia di Alessandria che hanno votato contro il CETA per bloccare l’entrata in vigore nel nostro Paese del trattato e nei giorni scorsi, durante la Commissione Consiliare Sviluppo del Territorio anche la Giunta comunale alessandrina è tornata sull’argomento alla presenza dei vertici Coldiretti.

“Le preoccupazioni manifestate nascono da una forte mobilitazione pubblica e devono essere prese in seria considerazione. È necessario continuare un dibattito trasparente sugli effetti dell’accordo UE-Canada, un atto dovuto in per rispondere alle esigenze di verità e di coerenza. – ha continuato il direttore provinciale Coldiretti Alessandria Leandro Grazioli – E’ una questione che mi piace definire etica, dove i diritti dei consumatori sono al primo posto, non sacrificati a quelle che possono essere definite priorità commerciali”.

“Siamo soddisfatti di questo rinvio alla firma dell’accordo commerciale. – ha aggiunto presidente Paravidino – Il Ceta uccide il grano italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale i dazi per l’importazione dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia. E pesa anche l’impatto di circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero da un Paese dove si utilizzano ormoni della crescita vietati in Italia”.

Secondo la Coldiretti su un totale di 291 denominazioni italiane riconosciute, ben 250 non godono di alcuna tutela nel trattato.