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Continua l’azione di Coldiretti per contrastare il Ceta l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada.

Numerose realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo hanno incontrato nei giorni scorsi il Presidente del Senato, Piero Grasso, per esprimere le diffuse preoccupazioni sugli impatti economici e sociali del CETA.

All’incontro ha partecipato anche il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: durante l’incontro è stata sottolineata la necessità di analizzare più a fondo i potenziali effetti del trattato sull’ordinamento democratico, l’uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente. In particolare, si è evidenziata l’opportunità di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale francese, alle prese con un ricorso firmato da 106 Parlamentari, sui possibili vizi di incostituzionalità dell’accordo, che potrebbe minare l’esercizio della sovranità nazionale, violare il principio di precauzione, l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici e il principio di uguaglianza davanti alla legge.

La riunione ha offerto l’occasione per consegnare al Presidente Grasso il documento “Alla ricerca di un commercio libero e giusto (free and fair)”, firmato dalle organizzazioni presenti insieme a Slow Food, Arci e Acli Terra, già inviato ai Senatori impegnati nell’esame del disegno di legge di ratifica (ddl 2849) del CETA.

A seguito di questo incontro si è fatto ancora più incisivo il pressing della Coldiretti coinvolgendo non solo le maggiori cariche dello Stato ma tutti i comuni d’Italia dove, tramite mail, è stato illustrato nel dettaglio i motivi che portano a ribadire un No fermo e deciso.

Una capillarità che ha toccato anche tutti i 190 comuni dell’alessandrino come ci tiene a sottolineare il presidente provinciale Roberto Paravidino: “Invitiamo i primi cittadini a prendere visione del materiale e a leggerlo attentamente poiché questo accordo riguarda e ha ripercussioni su tutto il territorio italiano”.

L’accordo di libero scambio con il Canada, infatti, non solo legalizza la pirateria alimentare, accordando il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti più tipici, dal Parmesan al Prosciutto di Parma, ma spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero.

Un impatto devastante sulla coltivazione di grano in Italia con il rischio desertificazione di intere aree del Paese e una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani ma anche un rischio per i consumatori ed un precedente pericoloso nei negoziati internazionali.

“Le preoccupazioni manifestate nascono da una forte mobilitazione pubblica e devono essere prese in seria considerazione. È necessario aprire un dibattito pubblico e trasparente sugli effetti dell’accordo UE-Canada. – ha continuato il presidente provinciale Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – Il nostro NO al Ceta rimane fermo e deciso”.