“È talmente alto il senso di impunità di alcuni detenuti che non si fanno problemi ad aggredire i poliziotti penitenziari, anche nelle situazioni che dovrebbero essere più tranquille, ovvero durante la celebrazione della Santa Messa”.
E’ sconfortato Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, nel dare la notizia dell’ultimo grave evento critico nella struttura di via Maria Adelaide Aglietta, a Torino. Il racconto dell’episodio prosegue così: “Abbiamo avuto l’ennesima aggressione verso il personale di Polizia Penitenziaria da parte di un nigeriano, con problemi psichiatrici, che ha colpito l’agente con un violento pugno sul naso. Il detenuto, nel mezzo della celebrazione, ha abbandonato la chiesa, ma il poliziotto gli ha fatto presente che doveva attendere la fine della funzione. Il ristretto, non sentendo ragioni, lo ha colpito, e il poliziotto è finito in ospedale”.

Così Donato Capece, segretario generale del SAPPE, a proposito dell’incidente: ”Sono mesi che rivendichiamo il nostro ruolo, ormai attaccato da più parti, vacillante sotto i colpi di normative del passato che non ci tutelano, di leggi troppo blande per chi delinque, come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri. Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali, bodycam e Taser, nuovi protocolli operativi e tutele legali. A questo senso di impunità, di cui molti detenuti violenti credono di godere, devono corrispondere provvedimenti penali e disciplinari efficaci, prevedendo di destinare carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, per contenere quei ristretti protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.