Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta così l’avvio dei ‘colloqui con il coniuge’ senza il controllo a vista del personale di custodia: “Abbiamo informalmente saputo che da sabato, nel carcere di Torino, saranno funzionanti le ‘stanze dell’ammore’. Per noi del SAPPE, il sesso in carcere è una previsione inutile e demagogica, anche in termini di sicurezza stessa del sistema. Si introduca piuttosto il principio di favorire il ricorso alla concessione di permessi premio a quei detenuti che in carcere si comportano bene, che non si rendono cioè protagonisti di eventi critici durante la detenzione e che lavorano e seguano percorsi concreti di rieducazione. E allora, una volta fuori, potranno esprimere l’affettività come meglio credono”.

E Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, aumenta le perplessità: “Certo fa riflettere il fatto che, in una situazione penitenziaria regionale e nazionale complessa, in cui anche gli interventi di edilizia sono limitati, assuma priorità la previsione di destinare stanze o celle per favorire il sesso ai detenuti., I nostri penitenziari non possono e non devono diventare postriboli, così come i nostri Agenti di Polizia Penitenziaria non devono diventare ‘guardoni di Stato”.
