Emanuele Locci davanti all'ingresso dell'impianto a biomassa di regione Aulara

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato di Emanuele Locci, presidente del Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale

Ho preso atto del comunicato stampa di Amag e non accetto che si parli di “strumentalizzazione politica”, men che meno accetto che nuovamente si possa tentare di condizionare la mia attività di indagine e controllo usando minacce di azioni legali: quando ci sono documenti ufficiali, bilanci approvati, perizie indipendenti e atti firmati dallo stesso amministratore, i fatti parlano da soli. E i fatti dicono che l’impianto a biomassa di Aulara è stato un fallimento tecnico, gestionale ed economico, costato alla collettività oltre un milione di euro e oggi ridotto a un relitto danneggiato e privo di componenti fondamentali.

Il punto centrale che va chiarito è il coinvolgimento continuo dell’attuale Amministratore di Amag in tutte le fasi del progetto, già Amministratore unico di Amag Reti Gas dal 2016 al 2019. Nel 2020, attraverso la sua società C.S.ING, Rava presenta lo studio di fattibilità ad Amag Reti Gas che già prevede un gassificatore da 200 kW ad Aulara, completo di pretrattamento in loco e con un capitolo di spesa da 1,18 milioni di euro per un “SyngaSmart 200”. Nel marzo 2022 è lo stesso Rava a firmare la relazione tecnica preliminare che individua nella tecnologia RESET – SyngaSmart® la soluzione da adottare. Pochi mesi dopo, AMAG Reti Gas affida proprio a RESET la fornitura dell’impianto.

Dall’ottobre 2022 al dicembre 2023 Rava è stato nuovamente Amministratore Unico di AMAG Reti Gas e dal maggio 2023 è Amministratore Delegato della capogruppo AMAG, socio unico di Reti Gas. Ma non solo: ha assunto anche il ruolo di Responsabile Unico del Procedimento (RUP) dell’impianto Aulara, ruolo che ricopre tutt’ora. Questo significa che la stessa persona che ha presentato, promosso e proposto la tecnologia è stata anche quella chiamata a vigilare sulla correttezza e sulla regolarità dell’intero procedimento. È il classico caso in cui si è stati giudice e parte nello stesso affare, con un conflitto di interessi evidente e sostanziale.

Le perizie UTRES, costate alla collettività circa 80.000 euro, hanno accertato con chiarezza una serie di gravi criticità:l’assenza del cogeneratore da 200 kW, indispensabile per produrre energia;un documento di trasporto del 27 novembre 2023 che al sopralluogo risultava privo di tre macchinari su quattro, con firma non riconducibile al soggetto responsabile;l’uso in inaugurazione di un generatore non conforme e non collegato stabilmente al gassificatore;furti e danneggiamenti documentati, con oltre 200 kg di rame asportati;la localizzazione dell’impianto in zona di rispetto dei pozzi idropotabili, che rendeva “non proponibile” qualsiasi pretrattamento in sito, come invece previsto nei progetti originari.

Il Bilancio 2024 di AMAG Reti Gas, approvato dallo stesso Rava come rappresentante dell’azionista unico AMAG spa, recepisce tutto questo: una svalutazione da 1.024.000 euro per l’impianto, un fondo rischi da 450.000 euro per i moduli mancanti e altri 472.000 euro per il rischio legato al credito d’imposta 4.0. Non si tratta di valutazioni politiche, ma di numeri scritti nero su bianco in un bilancio approvato e certificato dai revisori.

Un impianto a biomassa

Oggi il valore residuo stimato del gassificatore è nell’ordine dei 90.000–225.000 euro, a fronte di oltre 1,1 milioni già spesi. È la prova che siamo di fronte a un investimento fallimentare, che non ha prodotto alcun beneficio per la città ma solo un danno patrimoniale enorme.

Per questo, nella seduta odierna (24 settembre 2025, ndr) del Comitato per la Governance del Controllo Analogo, ho depositato una relazione dettagliata e ho chiesto:la pubblicazione integrale di tutti gli atti, dallo studio C.S.ING del 2020 alla relazione firmata da Rava del 2022, dal contratto con RESET al DDT del 2023, fino alle perizie e ai pareri legali;la verifica indipendente dei conflitti di interesse, delle responsabilità del RUP e delle omissioni gestionali;la messa in sicurezza immediata del sito di Aulara per fermare ulteriori danni;che sia l’ente a trasmettere gli atti alla Corte dei conti e, se del caso, ad altre autorità giudiziarie, perché si accerti ogni responsabilità amministrativa e contabile.

I cittadini hanno diritto alla verità. Non sono le mie parole a dirlo, ma i documenti ufficiali, i bilanci, le relazioni e le perizie. L’impianto in regione Aulara è un esempio lampante di come si possa disperdere denaro pubblico senza risultati, e senza trasparenza. Chi ha avuto un ruolo in tutte le fasi – dall’idea alla gestione – deve assumersi le proprie responsabilità. È tempo che su questa vicenda venga fatta piena chiarezza, nell’interesse esclusivo della comunità alessandrina.

Infine, sulla vicenda della retribuzione riconosciuta all’AD di Amag, non posso non sottolineare che mentre il gruppo AMAG registra perdite patrimoniali, svalutazioni e serie criticità nei bilanci di alcune delle sue società controllate e della stessa holding, all’Amministratore Delegato è stato riconosciuto un premio di 100.000 euro, addirittura superiore alla sua retribuzione fissa (circa 90.000 euro). È un riconoscimento non solo inopportuno alla luce della vicenda di Aulara, ma anche incomprensibile se rapportato all’andamento complessivo del gruppo. Starà al Sindaco Abonante ed alla maggioranza che guida il Comune di Alessandria, socio di maggioranza assoluta dell’assemblea di AMAG, confermare o cancellare questo premio.

Da parte mia, nell’ottica della massima trasparenza e collaborazione, sono a disposizione degli organi di informazione, dell’ente, dei cittadini e delle autorità contabili e giudiziarie per fornire ogni documento in mio possesso a sostegno di quanto affermo.

Palazzo Rosso, sede del Comune di Alessandria

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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