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Secondo il rapporto di Legambiente la maglia nera va ad Alessandria, Tortona e Serravalle

Cantieri aperti lungo i fiumi Orba e Stura. Progetti di centrali idroelettriche tra Piemonte e Liguria.
Le frane di Lu Monferrato: un caso emblematico della nostra provincia

Dissesto-idrogeologico-in-Provincia-#1Il dissesto idrogeologico in Italia non è un rischio indefinito per il quale si possono programmare con calma futuri interventi ma una grave realtà cui far fronte al più presto.
Secondo il rapporto “Ecosistema Rischio 2013”, pubblicato questo febbraio da Legambiente, in tutta Italia seimilaseicentotrentatre comuni su ottomilasettantuno (circa l’82%) presentano aree soggette a tale problema, che coinvolge sei milioni di cittadini. Tra gli enti locali interessati, millequarantasette sono situati in Piemonte.
La provincia di Alessandria è particolarmente colpita da questo fenomeno. Uno studio dell’ARPA, risalente a luglio del 2007, afferma il 16.49% delle frane verificatesi nella nostra regione ha avuto luogo nell’Alessandrino (preceduto dal Cuneese, 29.02%, e dal Torinese, 27.47%).
I comuni di pianura devono affrontare i pericoli derivanti dalla presenza del reticolo idrografico formato da Bormida, Orba, Scrivia, Tanaro e Po, per citare i corsi d’acqua principali. Gli enti montuosi e collinari, invece, come quelli sui rilievi appenninici delle valli Borbera e Curone, nelle Langhe e nel Monferrato, si trovano spesso a che fare con movimenti di versante e di colamento delle rocce argillose. Alluvioni Cambiò, Isola Sant’Antonio e Casale Monferrato, come dice l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, rappresentano tre centri con elevate percentuali di aree a rischio idrogeologico (stimabili tra il 75% e il 100% dei territori di loro competenza).
Secondo uno studio dello Sportello Ambiente della Provincia di Alessandria, tra i comuni maggiormente coinvolti dalle frane si possono annoverare Pietra Marazzi, Montecastello e Lu Monferrato (di cui si parla in un articolo a lato).
Come si comportano le nostre amministrazioni nei confronti di una problematica così estesa e preoccupante?
Il già citato rapporto di Legambiente ha dato un voto agli enti locali che hanno partecipato alla sua inchiesta, valutando la qualità delle iniziative messe in atto da essi in quest’ambito.
Hanno svolto un “buon lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico” Sardigliano, Castelletto d’Orba, Occimiano, Bassignana, Castellazzo Bormida, Montechiaro d’Acqui, Alzano Scrivia, Castelnuovo Scrivia e il succitato Montecastello.
Al contrario, hanno svolto uno “scarso lavoro” comuni importanti come quelli di Alessandria, Serravalle e Tortona. Ci si augura che chi è rimasto indietro possa migliorare quanto prima, tutelando maggiormente la sicurezza dei cittadini, al netto degli ostacoli burocratici e di bilancio.

Stefano Summa

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orba-arginiCantieri aperti lungo gli argini dei fiumi del territorio ovadese e novese. L’inverno scorso e parte della primavera hanno visto l’arrivo di gru e ruspe, in particolar modo lungo i fiumi Orba e Stura, per sistemare i due corsi ed effettuare lavori di difesa spondale. Si tratta di un’operazione di routine, che però da diverso tempo non veniva effettuata soprattutto per problemi economici.
orba-argini-2L’ultimo intervento risaliva alla primavera del 2012, in seguito all’alluvione di Genova che ha coinvolto – seppur parzialmente – anche Ovada e Novi Ligure. Poi, era stata la volta di Legambiente, che di anno in anno propone giornate dedicate alla pulizia dei fiumi e dei sentieri, con risultati discreti. Insomma, il livello di attenzione sui fiumi nostrani è ancora molto alto, nonostante alcune situazioni critiche (soprattutto nei giorni di pioggia) facciano pensare ad altro. Tanto è vero che negli ultimi mesi sono arrivati anche interessamenti per la costruzione di centraline idroelettriche sui torrenti Orba e Stura. Olbicella e la frazione Gnocchetto sono solo gli ultimi due progetti presentati per la costruzione degli impianti, che, per il momento, restano solo sulla carta. A Molare, come già scritto sui numeri precedenti di Zapping News, è stata una rivolta popolare a raffreddare il richiamo delle sirene che arrivava da una società di Pinerolo.
Al Gnocchetto, piccola frazione di Ovada, si parla di un possibile inizio dei lavori entro un anno, con il problema non indifferente di dover intavolare una trattativa già iniziata con due regioni: Piemonte e Liguria. Insomma, non sarà facile mettere d’accordo due personalità così forti, in un territorio particolarmente rigido come la Valle Stura. Ad ogni modo, si tratta di due progetti che potrebbero vedere la luce non prima del 2015, sia per volontà delle amministrazioni locali (alcuni di queste vanno a scadenza nel 2014) sia per volontà popolare.

Luca Piana

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Preso il colpevole del degrado del Rio Canale

Si è concluso con il lieto fine uno degli episodi più controversi del 2013 per il territorio novese e alessandrino.
Si tratta della storia del Rio Canale, che nello scorso inverno era stato trasformato in un cimitero di gomme e lamiere di autovetture accumulate in un piccolo spazio.
Il comando della Guardia Forestale di Ovada ha denunciato il colpevole, che per anni avrebbe interrato pneumatici usurati per consolidare il versante della collina appena sotto Rocca Grimalda. Secondo una stima del corpo nazionale, nel corso degli anni sarebbero state interrate circa 3000 gomme dall’uomo, che sono scivolate verso valle a causa del maltempo.
Si è, così, formato un vero e proprio cimitero, che è stato scoperto dai volontari di Legambiente nell’ambito dell’iniziativa “Puliamo il mondo”.

Luca Piana

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Dissesto-idrogeologico-a-Lu-#2Il comune di Lu, esteso su una superficie di 21,74 km² tra le colline del Monferrato e abitato da millecentosessanta persone, ha dovuto affrontare più volte le conseguenze derivanti dall’instabile quadro idrogeologico negli ultimi anni.
Le vittime preferite delle varie frane che sono avvenute nel recente passato sono state le strade provinciali, che mettono in comunicazione il paese con quelli circostanti e le città di Alessandria, Casale Monferrato e Valenza.
Risale alla fine di marzo del 2011 lo smottamento che ha costretto la Provincia a chiudere la SP 71 tra San Salvatore e Lu, dal km 2+800 al 2+900.
La situazione è rimasta bloccata per ben due anni, sino a quando nel giugno del 2013 un comitato spontaneo di cittadini della zona ha manifestato lungo la strada interrotta, minacciando di intervenire in prima persona per risolvere la questione se non l’avesse fatto l’ente provinciale.
Dissesto-idrogeologico-a-Lu-#1Dopo tale sollecito, quest’ultimo ha promesso che avrebbe liberato la carreggiata dalla frana non appena fossero state sbrigate le ultime pratiche burocratiche riguardanti l’assegnazione dei lavori.
Infine, a novembre, la strada provinciale è stata finalmente restituita alla circolazione.
Una volta arrivato il 2014, si è ripresentato il medesimo problema su altre arterie della zona. A metà febbraio un cedimento a bordo strada, causato dalle abbondanti piogge, ha coinvolto la strada panoramica tra Cuccaro e Lu.
Altri danni hanno subito la SP 66 Occimiano-Lu, nel territorio di Conzano, e la SP 70 Quargnento-Mirabello, nel territorio di Lu. Sempre nello stesso mese, la terra ha ceduto nuovamente sulla strada panoramica e la Provincia ha chiuso la SP 66, la SP 70 e la SP 72 Cuccaro-Vignale.
A inizio aprile, Sabrina Furlanetto e Renzo Bisoglio hanno inviato una lettera alla Provincia per invitarla ad aggiustare il tratto della strada provinciale 70 che passa per il paese monferrino e che lo collega a Mirabello per via di una deviazione nei pressi della frazione Martini. L’assessore alla Viabilità, Graziano Moro, ha promesso che l’ente agirà non appena saranno disponibili le risorse necessarie, stimate sui 300.000 euro.
Al momento, secondo quanto ci risulta, il tratto interessato è ancora bloccato e molti abitanti temono che si ripeta quanto già avvenuto nel 2011.

Stefano Summa

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