dialessandria.it - no photo
dialessandria.it - no photo

Secondo il recente rapporto INAIL appena presentato, i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai superato la soglia dei 131.000 casi. In questo scenario il Piemonte rappresenta il 14,4% dei casi sul totale nazionale, pari a 18.864 lavoratori contagiati. Di questi 14.480 sono donne (76,8%), mentre 4.384 (23,2 %) sono uominiTorino, Cuneo e Alessandria le province più colpite.

Ad Alessandria e provincia si registrano 1.888 casi, di cui 1.411 donne e 477 casi sono uomini, che descrivono un’incidenza del 10  sul totale regionale

Una lettura del report, e del suo trend crescente, la forniscono gli esperti legali che osservano come nel rapporto azienda e lavoratore in materia di Covid vi sia un aspetto di criticità nel rapporto con le ATS, Agenzia di Tutela della Salute: “L’impasse – spiega l’avv. Irene Pudda , esperta in privacy & labour compliance – è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’ATS le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’ATS che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena.”

Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti.

“Tuttavia non si può fare diversamente – chiarisce l’avv. Pudda – La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione.”

Nel dettaglio della rilevazione dell’INAIL in Piemonte le denunce di infortunio causa Covid-19 sono per il 51,8% dei casi localizzate nella provincia di Torino con 9.779 infortuni, seguita da Cuneo con 2.764 casi (14,7%), Alessandria con 1.888 (10%), Novara con 1.527 casi (8,1%), Asti con 1.006 casi (5,3 %), Verbano-Cusio-Ossola con 801casi (4,2%), Vercelli con 632 casi (3,4%), Biella con 467 casi (2,5%).

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"