Veduta esterna del carcere 'Lorusso e Cotugno' di Torino, sito nel quartiere Vallette

Momenti difficili, nel carcere di Torino, fra lunedì 17 e martedì 18 novembre: un detenuto nordafricano è stato trovato in possesso di un telefono cellulare con carica-batteria, mentre il giorno successivo un poliziotto è stato aggredito e malmenato. Lo rende noto il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del Segretario Provinciale di Torino Jean Francois TAIBBI: “Un detenuto nordafricano, in regime di 14 bis, è stato scoperto con un telefonino smartphone in una cartellina porta-documenti ed il carica batterie in una scarpa. Il padiglione B richiede un intervento urgente: la gestione è instabile e le tensioni crescono giorno dopo giorno”.

Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del SAPPE, ha espresso il proprio compiacimento per il rinvenimento, scoprendo questa nuova modalità di occultamento di oggetti non consentiti, e ha richiesto un immediato controllo per tutte le celle.
Nel secondo episodio un appartenente alla Penitenziaria è stato aggredito da un detenuto proprio durante un trasferimento. Questo il racconto di Santilli: “Con il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti impegnato nel trasferimento di alcuni detenuti, per motivi di ordine e sicurezza, a seguito dei gravi episodi del giorno precedente, uno dei detenuti ha opposto resistenza in modo violento, dimenandosi e colpendo con un calcio al volto un agente di scorta. Il detenuto è stato subito fermato e poi trasferito in altro carcere”.

Celle aperte in carcere. Forse troppo

Donato Capece, segretario generale SAPPE, sollecita misure straordinarie per garantire la sicurezza: “La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio. La delusione è profonda. Di fronte a episodi così frequenti servono misure urgenti e concrete. Nelle carceri della Nazione si deve ristabilire il rispetto della legalità e delle regole del sistema penitenziario. Il personale è allo stremo, logorato da turni massacranti e da una burocrazia penalizzante. Chiediamo l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede particolari restrizioni, perché questi detenuti mettono a rischio l’ordine e la sicurezza negli istituti, anche attraverso possibili fenomeni emulativi”.

Corridoio interno del carcere torinese

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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