Ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura. Di esse, oltre un miliardo viene gettato nelle case, tra le mura domestiche. Un fenomeno inaccettabile dal punto di vista economico e ambientale, oltre che da quello etico ed economico, considerato che questa quantità di prodotto basterebbe per sfamare 1,26 miliardi di persone.
I NUMERI – Sono emersi da un’analisi Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga, diffusi in occasione della Giornata internazionale degli sprechi alimentari che si celebra ogni anno il 29 settembre. Il valore economico dei prodotti alimentari sprecati ammonta a 4.500 miliardi di dollari. La maggior parte degli sprechi avvengono tra le mura domestiche e nella fase a valle della filiera (1,05 miliardi di tonnellate) rispetto alla produzione primaria e l’industria (666 milioni di tonnellate di cibo).

AD ALESSANDRIA – La media dice che gli alessandrini gettano 524 gr di cibo alla settimana, pari a 25 kg l’anno. Frutta e verdura rappresentano più della metà degli sprechi alimentari, mentre i cereali, che sono l’alimento più consumato al mondo, coprono il 23% del complessivo. La carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano l’8% degli sprechi in volume, ma con un’incidenza in valore pari a 1/3 del totale. Appare chiaro ed evidente che il nostro modo modo di vivere ‘occidentale’, ‘italiano’, ‘alessandrino’, ha qualcosa che non va. Poi ci si lamenta che mancano i soldi, che non si possono fare cose e non si arriva a fine mese. Proviamo ad aggiustare il tiro e sprechiamo meno.

LE PAROLE – Il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, spiega: “Se non ci sarà un cambio di passo, entro il 2033 i dati potrebbero peggiorare di 230 milioni di tonnellate rispetto ad oggi. Sugli sprechi alimentari incide anche il modello di distribuzione delle risorse e gli squilibri del declino dell’agricoltura familiare. Queste realtà non garantiscono più cibo sufficiente per la popolazione in crescita”.
Il direttore Coldiretti Alessandria, Roberto Bianco, aggiunge: “Questo fenomeno, eticamente inaccettabile, porta effetti negativi sul piano economico e ambientale, aumentando il dispendio energetico e la produzione di rifiuti. Secondo le stime, le emissioni di gas serra associate allo spreco alimentare rappresentano l’8-10% del totale dei gas serra”.
