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Giugno di ricorrenze, questo del 2017, che passano da San Siro: 60 anni fa l’Alessandria salutava la serie B, e saliva in A (2-1 al Brescia nello spareggio); 45 anni fa l’Alessandria salutava la serie B, e retrocedeva in C (1-2 nello spareggio con la Reggiana). E non ci è mai più tornata. Ci è andata vicina qualche volta (mai come quest’anno) e basta. Che la strada per la cadetteria passi dallo stadio milanese? Forse.
Per la verità l’Alessandria a San Siro ci è tornata, il 1° marzo 2016, ma era la gara di ritorno di Tim Cup e non valeva per la promozione; poi l’avversario, il Milan, era fuori portata (finì 5-0), quindi la tappa meneghina è stata solo un passaggio.

In campionato l’Alessandria si è fermata a Firenze, contro il Parma. E resta in C.
Ci riprova dal 10 luglio (raduno alla Michelin), e il 13 comincia il ritiro a Bardonecchia (fino al 27) con un nuovo allenatore: Cristian Stellini. Verrà presentato ufficialmente nella mattinata di lunedì prossimo, 3 luglio.
Stellini, ex difensore mancino che giocava centrale o terzino sinistro, ha vinto molto in carriera: da giocatore 8 campionati (4 in B e 4 in C), da assistente di Antonio Conte (di cui era giocatore a Bari) 2: col Siena ’10-’11 (promosso in A) e con la Juventus ’11-’12 (campione d’Italia). Poi il coinvolgimento nella vicenda del calcio-scommesse lo ha tolto dal giro per 3 anni (estate 2012-estate 2015), in cui ha scontato la squalifica comminatagli con le accuse di illecito sportivo, omessa denuncia e frode sportiva, dopo tre patteggiamenti e la collaborazione con i magistrati sportivi.
Quindi la rinascita, ripartendo dalla Primavera del Genoa (2 stagioni), da cui proviene.

“Ad un certo punto del proprio cammino professionale capita di porsi domande e darsi nuovi obiettivi. Penso sia naturale, quasi obbligatorio. E lì ho capito che, dopo due anni di Primavera, era arrivata l’ora di confrontarmi col mondo dei grandi”. Così ha esordito Stellini nell’intervista esclusiva rilasciata al sito del club, in merito alla scelta della panchina grigia, la prima per lui da 1° allenatore professionista con i grandi.
Entusiasmo e metodo sono le due parole cardine su cui punta: “L’entusiasmo che accompagna questa mia nuova avventura e il metodo che governerà il nostro lavoro, alla ricerca di idee e opportunità che lo rendano sempre efficace e stimolante, per un calcio organizzato e bello da vedere…. Un calcio che faccia divertire, basato su principi concreti e fondato sempre su un’intensità che faccia davvero la differenza”.
Sulle scelte di mercato, infine, si è espresso così: “Per ora abbiamo fatto una verifica dei ruoli su cui intervenire, poi lavoreremo su quella dei giocatori: compito difficile e delicato. C’è molto da fare, ma l’assetto societario è di primissimo livello e questo aiuterà a semplificare il lavoro. A piccoli passi, con serenità e impegno, riusciremo a trovare equilibrio e risultati. Con la nostra gente vicina”.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.