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Per i grigi 10 punti, 8° posto, quattro pareggi in sette gare, 11 gol  fatti e 9 subìti. Numeri di mezzo per una classifica di mezzo. Diceva patron LDM in estate “…arrivare più in alto possibile, stando di preferenza nella parte sinistra della classifica…”. Cioè nelle prime 10. E lì sta l’Alessandria, ma non ci si può accontentare. Questa squadra, come ha precisato il ds Magalini “vale di più e può fare di più”.  Certo. Solo che, finora, le cose non sono andate sempre nel verso giusto. Però, al di là dei guai passeggeri che tutti hanno, la squadra sta prendendo forma e assume pian  piano una sua identità, i giocatori trovano confidenza con moduli variabili, anche nella stessa partita, e crescono di condizione. Il campionato è lungo e sono convinto che questa squadra possa venir fuori. Ci vuole pazienza, quella cosa che spesso i tifosi non hanno ma che serve come il pane, e mi pare comunque esagerato, come fanno alcuni, chiedere già la testa dell’allenatore. Veniamo alla gara col  Sud Tirol, finita 2-2. L’espulsione di Sosa al 68′ ha condizionato la gara dei grigi, e ancora una volta ci si deve accontentare perchè si poteva anche perdere. D’Angelo ha presentato la squadra col 4-3-1-2, modulo che sta diventando sempre più quello di partenza, un ‘rombo’ basato sulla qualità di Taddei-Mezavilla-Vitofrancesco, opposto al 4-1-4-1 degli altoatesini, molto elastico e molto corto, che punta sui guizzi di Fischnaller, sulla qualità di Fink e sulla fisicità di Tait. Sirri combina un guaio in apertura e regala l’occasione del  vantaggio a Lendric (3′), ma i grigi sono bravi a non scomporsi (con qualche brivido) e a raddrizzare la barca al 17′, con una bella azione corale e uno splendido assist di Mezavilla per Marconi, che tira dritto nell’angolo. Poi si prosegue a folate, con le due squadre che si alternano nella conduzione della gara, fino al 40′, quando in area Taddei nasconde la palla e trova il  fallo, che l’arbitro punisce col rigore. Sul dischetto va Guazzo, che sbaglia di nuovo (0/2), e valuti il tecnico se dare l’incombenza, la prossima volta, al secondo rigorista. Nell’intervallo l’allenatore mandrogno pensa a come vincere la gara, e al ritorno in campo presenta la squadra col 3-5-2, abbassando Vitofrancesco a fare l’esterno sinistro e Taddei a centrocampo. Dopo 10′ matura la mossa: fuori Pappaianni, dentro Nicolao come esterno sinistro, Vito si sposta a destra e arriva il  vantaggio: cross del nuovo entrato, inserimento di Mezavilla che di testa infila l’angolo per il 2-1. I tirolesi non ci stanno, reagiscono e trovano il pari al 65′ su punizione, battuta magistralmente da Fink. D’Angelo toglie Guazzo e mette Cavalli, spostando Taddei in avanti, ma in un attimo cambia tutto: contropiede ospite sul quale Sosa è in vantaggio per il rinvio, ma non trova il pallone che rimbalza e gli va sulla mano: rosso diretto, anche se succede a 30 m. dalla porta. Grigi in dieci, ultimo quarto d’ora di sofferenza con Mora al posto di Taddei e pareggio finale. Come col Pavia, una gara che si poteva vincere, ma con l’inferiorità numerica è diventata a rischio e quindi meglio il pareggio. Le valutazioni di classifica andranno fatte a dicembre.
Mercoledì si gioca di nuovo: alle 20.30 al Mocca c’è il Savona per la Coppa Italia di Lega Pro, e D’Angelo alza il tiro: “La Coppa la voglio vincere, come la vuole vincere il presidente. Ci proviamo, poi magari non ce la facciamo. Ma ce la mettiamo tutta, così prendo i punti per fare il master…”.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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