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L’Alessandria torna al successo dopo quasi un mese e resta incastonata in zona playoff, 8° posto con 37 punti, anche se lì in alto c’è molto confusione, 8 squadre in 6 punti, e la sensazione è che ci sarà da lottare fino alla fine col coltello fra i denti per strappare un posto agli spareggi. Però una squadra di lottatori è quello che vuole Gregucci, il cui lavoro sui giocatori è emerso a tratti. La squadra volitiva e aggressiva della prima frazione, al netto del gol-fantasma, ha messo sotto il Lecco, poi nella ripresa è emerso qualche limite ed è affiorata qualche vecchia paura: così si può spiegare il 2-1 finale.
Gli ospiti, forti delle scuse finali del direttore di gara, lamentano che la decisione del 1° assistente, Antonio D’Angelo da Perugia, abbia favorito l’Alessandria e innervosito il Lecco, però così va il calcio. In questa categoria non c’è la ‘gol-line-technology’ (perché quella sarebbe servita, non il VAR) e ci si deve fidare delle intuizioni delle terna arbitrale. Però la squadra dell’ex D’Agostino non ha sfigurato e nonostante la sconfitta resta fuori dalla zona playout, 15° a 28 punti, +2 sulla 16^ e -5 dalla zona playoff. 

LA PARTITA – Squadre schierate come previsto, 3-4-1-2 i grigi, 3-4-3 i blucelesti, moduli sostanzialmente identici e ‘a specchio’. Parte subito bene la squadra ospite, pericolosa con D’Anna al 4′ ma Valentini dice no. Al 9′ il momento-clou: angolo per i grigi, schiacciata di testa di Cosenza e parata del portiere. Dentro, dice l’assistente, e l’arbitro fischia il gol. Fuori, dicono quelli del Lecco, e protestano. Ma non c’è verso, D’Angelo conferma. Ha visto così, è 1-0. A vedere le immagini i piedi del portiere sono nettamente oltre la linea, ma le mani sono più avanti e la certezza che la palla sia tutta oltre la linea non c’è. Al 31′ Celia mette in mezzo e Chiarello gira di destro, ma Livieri è lì e para. Al 41′ altra fuga di Celia a sinistra, cross a cercare Martignago ma arriva Chiarello e tira due volte, murato dai difensori lecchesi. Al 44′ stesso schema, Suljic lancia il terzino che stavolta fa da solo: diagonale mancino e gol, 2-0. Per Celia 2° gol in campionato, per Cosenza era il primo.
Alessandria diversa dal solito, con la difesa più alta, più aggressiva, ordinata nel pressing, orchestrata benissimo da un giocatore, Gazzi, che è imprescindibile per questa squadra. Chiarisco: i grigi non sono Gazzi-dipendenti, ma se il ‘rosso’ capitàno non c’è, si vede e la squadra è confusa. E infatti è proprio il capitano a concludere il primo attacco della ripresa: al 54′ Eusepi apre a sinistra per Chiarello, la difesa respinge, dal limite il ’14’ grigio tira col sinistro e la palla esce di poco. Al 57′ il Lecco la riapre: Cheddira si beve Cosenza in dribbling e mette al centro, sinistro al volo di Bobb e 2-1. Al 70′ il gambiano arriva su una seconda palla e ci prova ancora, ma il suo mancino viene deviato sopra la traversa. Al 79′ grigi vicini al gol: duetto Arrighini-Eusepi, tacco di ritorno del ‘9’ ma il 30′, da solo, tira abbastanza male e Livieri para. Il Lecco attacca ma l’Alessandria controlla e non rischia. Altro contropiede all’89′: Eusepi (gran prova anche lui) strappa e apre per Sciacca a destra, l’ex-Inter entra in area e fa un tiro-cross che non impegna il portiere ed è troppo lungo per Arrighini. Stop. Game over. L’Alessandria di Gregucci prende forma.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.