Il maestro Beppe Cornara (a dx) col fenomeno Gianni Rivera, sua grande scoperta (foto archivio 'Museo Grigio')

La Città di Alessandria intende onorare e ricordare la figura di Giuseppe Cornara (Gamalero, 30 dicembre 1908 – Alessandria, 5 settembre 1996), eminente figura di calciatore e tennista italiano. La cerimonia avrà luogo venerdì 27 maggio 2022, alle ore 10, nell’area parcheggio tra via Buozzi e via De Negri.

L’ATLETA

Alessandrino, esordì in Serie A nell’Alessandria, poi giocò 2 anni nel Taranto durante il Servizio di Leva. Vanta 62 presenze e 18 reti in Serie A con i Grigi, con il Casale e la Sampierdarenese, prima di chiudere la carriera in Serie B alla Pro Vercelli e infine nelle Serie minori.

Tre allievi di Cornara al vecchio ‘Tennis Alessandria’: C.Barazzutti, F.Deambrogio, A.Albini

IL MAESTRO

Negli anni della maturità diventò talent-scout e fondò nel 1957 il Centro Addestramento Giovani Calciatori dell’Alessandria: tra le prime scuole-calcio italiane, foriero di grandi risultati e idea, a quel tempo, assolutamente innovativa per crescere “in casa” i futuri giocatori e legarli alla società anche prima dei 14 anni.
Fu lui, tra l’altro, a seguire la crescita di Gianni Rivera nelle giovanili del club piemontese. Nel 1958 gli viene conferito il premio Seminatore d’Oro per il suo lavoro con i giovani e il suo nome entrò nelle voci della Enciclopedia dello Sport. 
Ricordato principalmente come calciatore, è stato anche un esperto tennista, insegnando a maneggiare la racchetta a moltissimi ragazzi e ragazze, tra i quali un paio sono diventati grandi: Barazzutti e Lombardi.
Aveva il suo modo speciale di insegnare, un po’ burbero e fuori dagli schemi. Ancora oggi, noi ragazzini di allora, ce ne ricordiamo, ne parliamo e ci ridiamo su. Perché non insegnò solo a tenere la racchetta, a colpire, a correre, e divertirsi: insegnò la vita, partendo dallo sport. Un maestro vero, di quelli che non ci sono più. Ma di cui ci sarebbe tanto, tanto bisogno. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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